Cessione delle Ferie: le regole vanno fatte in casa

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Cessione delle ferie: le regole vanno fatte in casa

di Dario Cavalli

Che le ferie siano, oggi come in passato, oggetto di ampio dibattimento in dottrina e giurisprudenza, è un dato di fatto.

La particolarità di quest’istituto assume una dimensione di primaria importanza, non solo perché la sua fruizione viene elevata al rango costituzionale, ma anche per la specificità e la peculiarità che quest’istituto ricopre.

Il diritto alle ferie, a differenza di altri, è un diritto indisponibile. E tale è rimasto fino all’entrata in vigore del D.lgs 151/2015 che ha sancito la possibilità, seppur parziale, per il lavoratore di cedere una parte delle proprie spettanze.

Il dettato normativo in realtà non è molto chiaro, tant’è che rimanda ai contratti collettivi la definizione delle relative modalità di applicazione.
Quindi, cos’è cambiato effettivamente? Analizzando alcune delle domande tra quelle che sembrano essere le più ricorrenti, possiamo schematizzare in questo modo:

Quali e quante ferie si possono cedere?

Ad una prima lettura (ed interpretazione) sembra che il periodo di ferie legali di 4 settimane non possa essere “ceduto” neppure in parte (idem vale per la disciplina dei riposi). Pertanto chi intende cedere una parte delle proprie ferie dovrà avere una spettanza superiore.

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A chi si possono cedere le ferie?

Sono escluse – e su questo la legge è chiara – le “cessioni” a lavoratori aventi datori di lavoro diversi. In questo caso sembra essere plausibile far coincidere il datore di lavoro con la società presso cui si lavora: nel caso di una società aventi più datori di lavoro (in quanto dislocata ad esempio sull’intero territorio nazionale), il fatto di lavorare per la stessa società (intesa come stessa ragione sociale) sembra poter superare la questione, fermo restando che nulla vieta di delimitare la cessione, ad esempio, su base territoriale qualora il datore di lavoro operante presso la stessa società sia diverso da un sito produttivo all’altro. Dall’altro lato si escludono, pertanto, le cessioni tra colleghi appartenenti a società diverse anche se facenti capo al medesimo gruppo societario.

Più persone intendono cedere ferie a favore di un collega: a chi dare priorità?

Nel caso in cui più persone intendano cedere una parte delle proprie ferie ad un collega, i criteri su chi operare per primo la cessione dovranno, gioco forza, essere indicate dall’azienda in mancanza di disposizioni previste dai CCNL.

L’azienda deve controllare che le ferie siano fruite dal “cessionario” per le finalità di cui alla legge?

Anche qua non ci sono particolare disposizioni sul tema.
Appare però opportuno che l’azienda si faccia garante del fatto che le ferie cedute siano effettivamente utilizzate per le finalità di cui al D.Lgs 151, fermo restando i diritti del cessionario alla privacy

Concludendo, ad oggi sembra che la strada più plausibile da percorrere, al fine di dare piena applicazione alla norma, sia quella di raggiungere un’intesa con le rappresentanze sindacali al fine di definire, di concerto, le modalità di applicazione.

Bibliografia consigliata

Dario Cavalli
Relazioni Industriali, Gestione del personale, contenzioso, Privacy Manager
Lavoro nel campo delle relazioni industriali in Avio SpA. Sono responsabile delle relazioni sindacali e mi occupo di diritto del lavoro, privacy, contenzioso e gestione del personale.
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