distrazione

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Distratto?

No! Ho un’attenzione prevalentemente interna…

di Risorse Umane HR

distrazioneCapita a tutti di dimenticarci il telefono in ufficio o di non ricordare più dove abbiamo parcheggiato l’automobile. E non succede solo ai “comuni mortali”.

E’ noto infatti il caso di Edison che dimenticò il giorno delle sue nozze, non perché egli fosse disinteressato alla sua futura moglie, dato che successivamente si rivelò un marito modello, ma la ragione della dimenticanza fu che in quel giorno, per la mente dello scienziato, era molto più importante l’esperimento che stava concludendo in laboratorio.

A parte il “caso” Edison, per il quale non vogliamo aprire qui un dibattito, dimenticarsi fa parte della nostra natura.

Spesso questi piccoli episodi di vita quotidiana, finiscono per influire negativamente sul nostro modo di pensare, sopratutto quando incominciamo a considerarli come mancanze di memoria e di conseguenza ci condizionano negativamente.

Se teniamo conto che l’arte della memoria può essere considerata l’arte dell’attenzione, troviamo immediatamente la ragione di tutte queste piccole dimenticanza: la distrazione.

“Se teniamo conto che l’arte della memoria può essere considerata l’arte dell’attenzione, troviamo immediatamente la ragione di tutte queste piccole dimenticanza: la distrazione.”

Infatti, alla base delle dimenticanze c’è quasi sempre la mancanza di attenzione nel momento in cui si compie una singola azione.

Se ponessimo attenzione, anche solo per un attimo all’atto di appoggiare le chiavi sulla scrivania, non potremmo più dimenticare dove le abbiamo messe. E lo stesso vale per tutte le altre situazioni.

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Nella Programmazione Neurolinguistica (PNL) si afferma che la realtà può essere percepita attraverso una rappresantazione visiva, uditiva o cinestesica.

Lo psicoterapeuta Jaffrey Zeig ha puntualizzato ulteriormente questo concetto definendolo un “sistema diagnostico della percezione individuale”.

Secondo questa teoria, il canale primario di rappresentazione è solo uno degli aspetti che caratterizzano il modo di pensare delle persone. Per esempio, si può convivere durante la giornata con due tipi di attenzione: quella esterna e quella interna.

Per attenzione esterna s’intende la tendenza ad avere consapevolezza delle cose che ci circondano, cioè quelle esterne al corpo.

L’attenzione interna è invece quella rivolta alle sensazioni che provengono dal nostro corpo. 

Di conseguenza, una persona principalmente visiva, avrà attenzione prevalentemente esterna poiché essendo attratta dalle immagini percepite, sarà abituata a proiettarsi all’esterno, noterà quindi con facilità tutti i piccoli spostamenti degli oggetti sulla scrivania, soprattutto se si tratta di una persona ordinata anche mentalmente.

Una persona prevalentemente cinestesica invece, è più interessata alla percezione delle proprie sensazioni e ha perciò una maggiore attenzione interna a scapito delle cose che le stanno intorno.

Inoltre c’è sempre da considerare l’importanza che diamo alle cose, poiché nelle diverse situazioni, tutti agiamo in base alla considerazione che abbiamo riguardo a ciascuna di esse.

Spesso incontriamo persone che affermano di essere distratte nella maggior parte delle occasioni e di avere difficoltà di concentrazione e di memoria. In realtà tutto ciò può essere ricondotto al meccanismo di attenzione interna che, accompagnato da una rappresentazione cinestesica, non ha nulla in comune con i problemi dichiarati.

Perciò a chi è afflitto da distrazione “cronica” che qui possiamo definire come “attenzione prevalentemente interna”, gli viene consigliato di eseguire dei semplici esercizi quotidiani, anche per pochi minuti, sull’attenzione esterna.

Un ottimo allenamento consiste nella pratica della fotografia mentale come ad esempio, osservare un quadro oppure un panorama cercando di memorizzare quanti più oggetti possibili ad occhi chiusi e controllandone poi i risultati. 

Gradualmente la mente si abituerà a prestare più attenzione a ciò che avviene oggettivamente e vivrà in modo più favorevole ai momenti in cui sarà libera di tornare sul piano soggettivo cinestesico.

Ma per evitare le dimenticanze comuni, occorre innanzitutto prestare maggiore attenzione sul momento preciso in cui vengono compiuti i gesti: la distrazione è sempre in agguato!

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Lettura consigliata: Focus: Come mantenersi concentrati nell’era della distrazione

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