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Smart Working, il Lavoro Intelligente

Da casa o in uffici Google Style

di Together

Smart Working, il lavoro intelligente: da casa o in uffici Google StyleA quanti non piacerebbe poter lavorare da casa, quando l’idea del pullman stracolmo di ombrelli e persone, del traffico in autostrada, delle code ai caselli e delle interminabili ore trascorse in viaggio risulta ancor più stancante?

Quanti, al contempo, non desidererebbero lavorare in un ufficio progettato per rispondere alle proprie esigenze personali, oltre che professionali?

E’ quanto prevede lo Smart Working, il “lavoro intelligente”: un nuovo approccio, flessibile e autonomo in termini di tempo e di spazio, all’organizzazione del lavoro.

Smart Working e telelavoro: affinità e differenze

Il concetto di Smart Working è legato a quello di Smart Office: un luogo, quello dell’ufficio, ripensato per essere vicino alle esigenze del dipendente e favorirne concentrazione, comunicazione, collaborazione e contemplazione.

In che modo?

Secondo l’Osservatorio smart working della School of Management del Politecnico di Milano, attraverso l’allestimento di aree relax per stimolare la creatività dei dipendenti, di phone booth per garantirne la privacy, di postazioni open space non assegnate per incentivare l’interscambio tra colleghi e di concentration rooms per accrescere il benessere del personale e aumentare, di conseguenza, la produttività aziendale.

Nello Smart Working non è necessario lo svolgimento regolare dell’attività lavorativa fuori dalla sede dell’organizzazione: la delocalizzazione spaziale è una possibilità prevista ma non obbligata.

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Quali, in sintesi, le caratteristiche:

– il luogo di lavoro dovrà essere confortevole, vicino alle esigenze creative dei dipendenti;

– dovrà prevedere estensioni (bar e ristoranti, spazi di coworking, biblioteche) da utilizzare per svolgere le proprie attività;

– dovrà, infine, essere pensato per consentire la gestione delle proprie mansioni da remoto (es. da casa).

A differenza del telelavoro, anch’esso ideato per favorire la delocalizzazione spaziale delle attività, lo Smart Working risulta un approccio completo per la gestione degli spazi e degli strumenti necessari al confort e alla buona gestione delle mansioni lavorative quotidiane.

Quali i punti di contatto

– utilizzo di supporti tecnologici, in grado di consentire il pieno controllo sul perimetro di lavoro di ogni dipendente;

– revisione delle struttura organizzativa, con la riduzione o la rimozione dei vincoli di orario e di luogo;

– superamento delle tradizionali gerarchie a favore di una leadership democratica che sia di incentivo per la cementificazione di relazioni orizzontali di collaborazione; empowerment e incremento dei processi di responsabilizzazione e delega; flexibility nelle modalità di lavoro; virtuality nelle relazioni a distanza.

Smart Working e tecnologie: un binomio imprescindibile

Di quali tecnologie parliamo? Di infrastrutture VOIP, di mobile business app, di cloud computing, di strumenti di webconference e insant messaging e molto altro. Strumentazioni in grado di rendere plausibile, facile e comodo il collegamento tra luoghi differenti. L’accesso ai dati aziendali deve essere possibile da remoto. Occorre un monitoraggio costante sulle performance, con analisi puntuale dei risultati, al fine di valutare l’efficienza del personale.

Quadro normativo e curiosità

Manca ancora un quadro normativo definito in tema di Smart Working.

– Nel Gennaio 2014 è stata depositata in Parlamento la Proposta di Legge a favore di un ripensamento delle tradizionali forme di lavoro subordinato.

– Nel Febbraio 2014, il Comune di Milano ha promosso la “Giornata del Lavoro Agile”, al fine di sensibilizzare allo svolgimento delle proprie attività lavorative in luoghi diversi da quello tradizionale.

– Ad oggi, gli “uffici virtuali” vengono ancora percepiti come ausilio al personale che presenti determinate problematicità, nonostante l’Accordo Interconfederale non preveda limitazioni. Resta la volontarietà del dipendente e del datore di lavoro.

– Solamente l’8% delle Imprese italiane hanno adottato, nella realtà dei fatti, metodologie di “lavoro intelligente”.

Uno sguardo all’estero

– Nel Giugno 2014, il Regno Unito ha esteso a tutti la possibilità di lavorare da remoto, aprendo concretamente le porte a forme di conciliazione illuminate tra occupazione e vita privata.

Chi ha aderito…e chi no

– Microsoft ha preso posizione con una serie di iniziative volte a sondare la maturità di singoli e Aziende rispetto alle tematiche in questione. Smartindex rappresenta un barometro e uno strumento predittivo, in grado di fornire dati indispensabili per orientare azioni future e porsi, presumibilmente, come apripista nell’offerta di strumentazioni ad hoc per il mondo del lavoro. Accanto al portale, ha lanciato la nuova versione Office 2016 con lo slogan “Il bello di lavorare assieme”.

– American Express Roma, con il Progetto Blue Work e il Da Vinci Building, ha creato una location iper-tecnologica, favorendo al contempo modalità di lavoro da remoto che favoriscano lo sviluppo di aree depresse.

– UniCredit ha optato per un nuovo assetto immobiliare. “A quasi un anno dal trasferimento della Direzione Generale, nella nuova UniCredit Tower vengono inaugurate nuove aree di lavoro e di svago e si annunciano due importanti iniziative: la realizzazione dei Piani Città e il consolidamento del nuovo Modello di Filiale a livello internazionale.”

– Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, si è schierato a favore di modalità intelligenti di gestione del lavoro dipendente, dichiarando l’importanza di un ripensamento delle vecchie modalità di occupazione e sostenendo l’”anzianità alla nascita” del Jobs Act, considerato un modello superato fin dai suoi albori.

Esistono tuttavia pareri contrastanti, evidenziati dalla bassa percentuale di aderenti al nuovo assetto, solo l’8% delle Aziende italiane. Le principali remore riguardano una mancata fiducia dei vertici nei confronti dei dipendenti. Al contempo, non è estranea al personale l’opinione che, sotto tanto confort e disponibilità, si celino volontà di fidelizzazione forzata del dipendente, che non raramente sfociano in atteggiamenti familistici e richieste di devozione assoluta.

Per concludere, alcuni dati

I dati finora raccolti sono comunque positivi.

Alleanza Smart Companies ha presentato i dati rilevati nell’arco di 6 mesi dall’osservazione su 1000 lavoratori.

Gli Smart Workers hanno:

– guadagnato 113 ore a testa per la loro vita privata;

– risparmiato 50 euro al giorno;

– evitato 65.400 Kg di Anidride Carbonica;

La produttività non è diminuita. Nel 94% dei casi, manager e dirigenti dichiarano – all’opposto – un miglioramento delle performance.

La valutazione del personale non è più solo un controllo sul tempo.

Bibliografia consigliata

Together

Together è il software sviluppato interamente da SkyLab Italia per rispondere a tutte le necessità legate alla gestione del personale.

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