Analisi SWOT- come ci aiuta a costruire un futuro aziendale possibile

 

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Analisi SWOT: come ci aiuta a costruire un futuro aziendale possibile

Saper guardare in avanti, anticipando rischi e opportunità, è un fattore chiave per la sopravvivenza e il successo delle aziende e dei Team di lavoro. E lo SWOT è uno strumento assai utile per “leggere il domani” e riorganizzarsi per tempo, pianificando strategie e azioni appropriate. A patto di usare le domande corrette per trarre il massimo da questo metodo.     

di Massimo Fancellu

Fortunatamente, per affrontare gli aggiustamenti di rotta richiesti alle imprese dal periodo di forte stress economico e sanitario in cui ci troviamo, ci sono vari strumenti a disposizione dei leader aziendali e dei loro Team. Strumenti che, se ben applicati, offrono davvero un forte aiuto a progettare in modo non improvvisato il futuro prossimo e anche più a lungo raggio della propria attività. Nel precedente articolo, ho parlato di due di questi strumenti tanto agili quanto efficaci: missione e valori aziendali.

In quell’articolo ho fatto cenno anche ad un altro strumento, ugualmente valido, che spesso uso per aiutare i gruppi aziendali nelle fasi di riorganizzazione: l’analisi SWOT. Lo SWOT è uno strumento concreto di pianificazione strategica che si concentra sulla scelta delle strategie e delle azioni più utili e opportune per spingere in avanti con cognizione di causa lo sviluppo di un’azienda o di un Team di lavoro.   

SWOT è l’acronimo di 4  parole chiave su cui si basa il metodo:

  1. Strengths: ovvero, i punti di forza presenti in un Team o, più diffusamente, in un’azienda
  2. Weakness: i punti deboli individuati all’interno dello stesso Team o azienda
  3. Opportunities: l’insieme delle opportunità potenzialmente disponibili nell’ambiente, quindi sia dentro la stessa azienda, sia fuori, nel mercato
  4. Threats: l’insieme di rischi e minacce ugualmente presenti dentro e fuori l’azienda

L’analisi o matrice SWOT, dunque, non è altro che una tabella riassuntiva composta da quattro riquadri per rappresentare graficamente ciascuno di questi fattori, tutti ugualmente determinanti per pianificare correttamente le strategie future, specie quando ci sono momenti di incertezza, turbolenza ed evoluzione, sia interni che esterni all’impresa.

In sintesi, tutte le volte che è necessario prendere una decisione o valutare una situazione per agire in modo strategico, la matrice SWOT è molto utile: permette, infatti, di considerare in contemporanea tutti i fattori che possono influire sulle scelte. Scelte da cui poi, ovviamente, dipenderanno le azioni pratiche per muoversi in direzione degli obiettivi di gruppo e/o aziendali stabiliti.

Per sintetizzare: l’analisi SWOT è un sistema molto efficace per costruire una visione del futuro riguardo a un Team o a un’organizzazione.

Quindi, a maggior ragione proprio oggi, questo è uno strumento che tornerà molto utile a tutti quei Team aziendali che si stanno interrogando su come riorganizzare la propria attività, specie alla luce dell’attuale marasma economico e produttivo.

Naturalmente, per trarre beneficio dal metodo SWOT, non basta sapere in che cosa consiste, non basta la semplice spiegazione accademica. Infatti, affinché il metodo sia efficace, è necessario saper considerare correttamente ciascuno dei quattro fattori: questo consente di ricavare informazioni attendibili, poi spendibili per lo scopo aziendale.

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E in questo, proprio come ci insegna il Coaching, saper fare/farsi le domande giuste è il vero valore aggiunto. Infatti, quando un gruppo aziendale è capace di valutare e rispondere obiettivamente ad alcune domande precise, pertinenti a ciascun fattore preso in esame, il risultato è, in genere, assai apprezzabile. Diventa concreta, infatti, la possibilità di costruire un quadro chiaro e affidabile circa la situazione futura che proprio quel Team aziendale e non un altro – in base alle sue caratteristiche specifiche – si troverà a dover gestire da lì a poco tempo. E, di conseguenza, diventa altrettanto concreta la possibilità di individuare le azioni più appropriate per farvi fronte con successo, senza affondare.   

Per questo, per tutti gli imprenditori, i dirigenti, i Team leader che al momento hanno deciso di “fare in proprio” questo lavoro sulla visione aziendale futura tramite lo SWOT, propongo una sintesi delle domande che ritengo più utili per far emergere le informazioni su ciascun aspetto analizzato.

SWOT: le domande che aiutano a far diventare concreto il metodo

Nei primi due fattori, le domande pongono un’attenzione diretta sul Team aziendale, con la finalità di mettere in evidenza i pro e i contro relativi a come funziona.

Fattore 1 – Punti di forza (Strenghts)

  • Quali sono i nostri punti di forza come Team?
  • Quali sono le risorse, i mezzi, gli strumenti che riteniamo più validi fra tutto ciò che abbiamo disponibile?
  • In che cosa, dove la nostra organizzazione del lavoro funziona davvero bene?
  • Quali sono le competenze per cui realmente ci distinguiamo? Cioè, di che cosa siamo veramente capaci?

Fattore 2 – Punti deboli (Weaknesses)

  • Quali sono i punti deboli del nostro Team?
  • Dove siamo “attaccabili”?
  • Quali risorse ci servirebbero ma su cui, invece, siamo carenti?
  • Cosa non sappiamo fare ancora abbastanza bene?
  • Quali fra le nostre regole e prassi non stanno funzionando come prima?

Negli altri due fattori di analisi, il focus è, invece, sul contesto, su ciò che accade attorno all’azienda: per questo, le domande hanno l’obiettivo di far emergere lo stato delle cose presente e quello che si può presumere accadrà in futuro. Ovviamente, nel caso dei fattori legati agli scenari presenti e futuri, possono emergere tranquillamente sia informazioni da classificare come opportunità che come una  minaccia, oppure come opportunità e minaccia allo stesso tempo;  in quest’ultimo caso, si tratta di un’informazione che sarà da inserire, perciò, in entrambi i riquadri.   

Fattore 3 – Opportunità (Opportunities)  /  Fase 4 – Rischi & Minacce (Threats)

  • Cosa sta cambiando a livello normativo o di regole nel contesto?
  • Ci sono evoluzioni importanti, degne di considerazione, a livello tecnologico o relativamente ai  metodi di lavoro?
  • Ci sono, al contrario, variazioni rilevanti nel modo di comportarsi e di pensare delle persone?
  • Ci sono dei paradigmi, dei presupposti che sono stati messi in discussione o che stanno già cambiando?
  • Ci sono cambiamenti importanti visibili sotto il profilo economico e/o organizzativo?

Una volta che si è risposto con sincerità e obiettività a tutte queste domande, la tabella SWOT ci può dare, già a colpo d’occhio, un insieme ordinato di informazioni, di elementi importanti su come un gruppo di lavoro o aziendale si colloca rispetto al mutare dei tempi e del contesto. Indubbiamente, questo è già un bel passo avanti per costruire un piano di adeguamento e di sviluppo aziendale percorribile; non è, però,  ancora del tutto sufficiente per formulare una visione, definire degli obiettivi e passare consapevolmente all’azione.

Infatti, questo è il momento in cui serve dare risposte altrettanto oneste, concrete e sostenibili ad alcune ulteriori domande chiave, quali ad esempio:

  • Quali sono le sfide principali che questo scenario futuro così delineato ci richiede come gruppo/azienda?
  • Che cosa dovremmo fare, cosa dovremmo diventare per arrivare pronti come gruppo a queste sfide?
  • Di quali mezzi, materiali e non, abbiamo bisogno per affrontare queste prove?
  • Tenendo conto dei mezzi e delle risorse su cui possiamo contare, quali sono i nostri prossimi obiettivi da qui a tot tempo?

Come avrai intuito, rispondere a queste domande significa mettere in conto di affrontare aspetti chiave quali, ad esempio, i cambiamenti organizzativi, le competenze tecniche e le soft skills, gli obiettivi economici e di sviluppo dell’impresa.

Quel che, per esperienza, posso assicurare, è che i Team e le aziende che hanno la determinazione e la lungimiranza di cimentarsi in un lavoro ben fatto di analisi SWOT, già al termine e ancor di più in prospettiva sono capaci di rinnovarsi e di sapersi adeguare, o ancor meglio, anticipare i nuovi scenari, senza farsi cogliere in castagna.

 

Questo articolo è offerto da:

Massimo Fancellu
Team & Business Coach, Mentor Coach, Formatore.
Coach professionista con credenziali PCC (Professional Certified Coach ) riconosciute da ICF (International Coach Federation); iscritto nel Registro internazionale dei Mentor Coach ICF. Specialista in Teambuiliding & Team coaching per lo sviluppo del lavoro di gruppo (formazione avanzata sui Team d’eccellenza maturata con MensLab Coaching & Training, Future Coaching Academy) e in Outdoor Management Training e attività esperienziali coi Team aziendali (formazione presso lo IEN – Istituto Europeo Neurosistemico di Genova). Ideatore di TEAM IN 3 PASSI, il metodo che - per gradi e senza forzare - trasforma realmente le persone che lavorano assieme in un Team affiatato, motivato e produttivo. Fondatore e Amministratore di Agape Consulting Sas, società che dal 2002 offre servizi di coaching, formazione & comunicazione. Dal 1996 lavoro come formatore in materia di Sviluppo del potenziale umano e comportamenti organizzativi. In particolare, mi occupo di dinamiche di gruppo, sviluppo dei Team aziendali, leadership, comunicazione, creatività e innovazione. Oltre a una Laurea in Economia (Università di Bologna), circa una trentina i master, i corsi e i seminari a cui ho partecipato in più di 20 anni, ad iniziare dal percorso “Formazione Formatori” presso l’ISMO di Milano e il percorso di Coaching con SUN (Success Unlimited Network), la prestigiosa scuola di coaching presente da oltre 30 anni in 5 continenti. Diversi, inoltre, anche i master con trainer di livello internazionale (R.Bandler, R.Dilts, J. Grinder & C. Bostic St Clair, S. Gilligan, E. De Bono). Discipline in cui ho sviluppato più competenze: Team coaching & Teambuilding, PNL e comunicazione ipnotica, Supervisione (osservazione e feedback su comportamenti e processi) e Mentor coaching (il “coaching ai coach” per migliorare il loro modo di fare coaching).

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