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Competenze T-Shaped: Definizione, Applicazioni e Sviluppo
di RisorseUmane-HR.it
Le competenze T-shaped (letteralmente, “a forma di T”) descrivono un modello di abilità professionali caratterizzato da una combinazione di profonda specializzazione in un dominio e conoscenze trasversali in vari altri ambiti. In altre parole, un professionista T-shaped possiede una competenza verticale (il tratto verticale della “T”) – ad esempio expertise tecnico in una certa materia – affiancata da competenze orizzontali (il tratto orizzontale della “T”) come soft skill, capacità di collaborazione interdisciplinare e nozioni di altre discipline.
Questo concetto, nato originariamente nei settori del design e della tecnologia per identificare figure adattabili e collaborative, è oggi applicato in molti contesti aziendali – incluse le risorse umane – ed è considerato cruciale per affrontare la trasformazione digitale e la complessità del business moderno.
Di seguito approfondiremo il significato di profilo T-shaped, i vantaggi nei team agili e multidisciplinari, esempi concreti di ruoli, strategie di sviluppo e un confronto con altri modelli di competenze (I-shaped, Π-shaped, M-shaped).
Indice
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Definizione e caratteristiche delle competenze T-Shaped
Il termine T-shaped si riferisce a un profilo professionale con competenze sia specialistiche che trasversali. Graficamente è rappresentato dalla lettera “T”: la barra verticale indica una profonda esperienza specialistica in un campo specifico, mentre la barra orizzontale rappresenta la capacità di estendere conoscenze e collaborare attraverso discipline differenti. In pratica, un professionista T-shaped integra i vantaggi dello specialista e del generalista: ha almeno un’area in cui possiede padronanza approfondita, ma dispone anche di conoscenze di base in altre materie, il che lo rende capace di fare da ponte tra esperti di settori diversi. Questo equilibrio consente ai profili a T di comprendere le prospettive altrui e adattarsi più facilmente rispetto agli specialisti puri (che spesso faticano ad uscire dal proprio focus ristretto), mantenendo al contempo la capacità di andare in profondità maggiore rispetto ai generalisti totali (che rischiano un approccio superficiale).
Dal punto di vista storico, la popolarità del concetto risale almeno agli anni ’80: la società di consulenza McKinsey già allora identificava i “T-shaped people” come candidati ideali per ruoli di consulenza e management. Il termine è stato poi diffuso negli anni ‘90 dal ricercatore David Guest e successivamente abbracciato da Tim Brown (allora CEO di IDEO) per la selezione di personale creativo e interdisciplinare. Oggi le competenze T-shaped sono comuni anche nel mondo agile e dello sviluppo software, dove indicano la necessità di sviluppatori e tester con abilità incrociate in team Scrum: ad esempio un programmatore che può svolgere anche attività di testing e viceversa. In generale, organizzazioni innovative come IDEO dichiarano esplicitamente di ricercare dipendenti T-shaped, ossia esperti in un campo creativo specifico ma anche collaborativi, curiosi ed empatici nel lavorare con altri. Secondo IDEO, i professionisti con questa combinazione di profondità e curiosità ottengono risultati migliori perché sanno porre domande, esplorare nuove soluzioni e cooperare efficacemente oltre il proprio ambito.
Caratteristiche chiave di un profilo T-shaped:
- Specializzazione verticale: eccellenza e conoscenza approfondita in uno specifico settore o funzione. Questa è la competenza distintiva in cui la persona è considerata esperta (es. programmazione Java, diritto del lavoro, data analysis, ecc.).
- Conoscenze orizzontali: padronanza di skill trasversali (soft skill come comunicazione, leadership, problem solving) e comprensione generale di altre aree disciplinari correlate. Ciò include la capacità di comunicare e collaborare con professionisti di altri settori, grazie a un linguaggio comune e a basi interdisciplinari.
- Adattabilità e visione d’insieme: grazie al mix di competenze, i profili a T sanno vedere il quadro generale di un progetto o problema. Possono collegare i puntini tra diverse funzioni aziendali, anticipando implicazioni incrociate e integrando prospettive differenti nelle soluzioni.
- Innovatività e problem solving olistico: la combinazione di expertise verticale e conoscenze ampie consente di approcciare i problemi in modo creativo e completo, integrando idee da diversi campi. Tali individui riescono a trovare soluzioni “fuori dagli schemi” attingendo a esperienze variegate, oltre che alla propria specialità.
In sintesi, le competenze T-shaped si possono descrivere come quelle di un “generalista specializzato“: una persona con un core skill eccellente e al tempo stesso una mentalità aperta e collaborativa che gli permette di spaziare su più fronti. Questa versatilità mirata è molto apprezzata nelle organizzazioni moderne, come vedremo sia nell’ambito HR che nei team agili.
Applicazione del modello T-Shaped nelle Risorse Umane (HR)
Nel settore delle Risorse Umane (HR), il modello T-shaped sta diventando un riferimento strategico per formare professionisti completi e allineati al business. Un T-Shaped HR Professional unisce una profonda competenza in un dominio HR specifico a una comprensione ampia delle altre funzioni HR e delle logiche aziendali. In pratica, la barra verticale della “T” può corrispondere a una specializzazione forte in campi come selezione del personale, sviluppo e formazione, compensation & benefit o HR analytics, mentre la barra orizzontale implica una conoscenza di base delle altre attività HR (es. amministrazione del personale, relazioni sindacali, employer branding, etc.) e persino nozioni di discipline esterne come finanza, operazioni, marketing o tecnologia.
Un professionista HR a forma di T riesce così a collaborare efficacemente con colleghi di diverse aree HR e con le altre funzioni aziendali, collegando le pratiche HR agli obiettivi di business. Ad esempio, un HR Business Partner con profilo T-shaped può coniugare la sua expertise verticale in strategia HR con una visione orizzontale del business: ciò gli consente di tradurre i bisogni operativi in iniziative HR mirate e di parlare il linguaggio dei manager di linea. In un caso pratico descritto da AIHR, un HR manager in un’azienda retail ha saputo raccogliere il feedback dai dipendenti sul tema della flessibilità lavorativa e, grazie alla sua conoscenza del contesto operativo, ha collaborato con i responsabili di negozio per ridisegnare le politiche di turnazione. Questo intervento cross-funzionale ha migliorato sia la soddisfazione del personale sia l’efficienza operativa. Allo stesso modo, un HR Director in ambito sanitario che sia T-shaped riuscirà a collegare i programmi di wellbeing dei dipendenti con metriche di risultato del business (es. la soddisfazione dei pazienti), dimostrando l’impatto strategico delle iniziative HR.
I vantaggi di un modello T-shaped in ambito HR sono molteplici:
- Maggiore allineamento strategico: padroneggiando le competenze core dell’HR e comprendendo le dinamiche aziendali, questi professionisti riescono a connettere le politiche HR alla strategia d’impresa in modo credibile. Ad esempio, un HR a T può adattare i programmi di performance management o di formazione tenendo conto delle esigenze di business, parlando il linguaggio dei numeri e dell’innovazione.
- Soluzione di problemi complessi: avendo una “cassetta degli attrezzi” più ampia, l’HR T-shaped può affrontare problematiche multi-sfaccettate con un approccio olistico. Può integrare prospettive diverse – ad esempio dati quantitativi (analytics) e aspetti di organizzazione del lavoro – per risolvere problemi come calo di engagement o necessità di nuove skill in azienda. Un caso narrato vede un HR lead combinare competenze HR tradizionali con insight dal reparto IT e customer service per riprogettare la policy di remote working, ottenendo insieme miglioramenti in produttività e work-life balance.
- Agilità e adattabilità: in un contesto di trasformazione digitale e organizzativa, le persone HR a T sono più pronte al cambiamento. Grazie alla loro visione trasversale, anticipano l’impatto di fattori esterni (es. nuove normative, trend tecnologici) sulla forza lavoro e adattano di conseguenza le politiche HR. Possono formare team di progetto multidisciplinari (unendo HRBP, specialisti tecnici, analisti di dati) per disegnare soluzioni scalabili e aggiungere valore all’organizzazione.
- Collaborazione interna ed esterna: un HR con competenze T-shaped abbatte i silos funzionali. All’interno della funzione HR, è in grado di dialogare con recruiter, formatori, payroll, condividendo conoscenze e lavorando su obiettivi comuni. All’esterno, interagisce con i responsabili di business, comprendendone le esigenze e guadagnandone la fiducia grazie alla padronanza del contesto aziendale. In sostanza funge da “traduttore” tra il linguaggio HR e quello del business.
Non sorprende che secondo diversi esperti questo tipo di profilo sia considerato il futuro delle Risorse Umane. Organizzazioni internazionali come AIHR hanno sviluppato un T-Shaped HR Competency Model, individuando cinque competenze orizzontali chiave per ogni professionista HR (Business Acumen, Data Literacy, Digital Agility, People Advocacy, Execution Excellence) da affiancare alle competenze specialistiche verticali di ruolo. L’obiettivo è formare figure HR versatili, in grado di plasmare le pratiche HR in maniera integrata e di avere un impatto più significativo e misurabile sul successo dell’azienda. Esempi di ruoli HR T-shaped includono l’HR Generalist evoluto, che oltre a gestire amministrazione e selezione comprende i principi di analisi dei dati e strategia organizzativa, oppure il Digital HR Specialist descritto di seguito.
T-Shaped Skills nei contesti agili e nei team multidisciplinari
I team agili e multidisciplinari prosperano grazie alla presenza di membri T-shaped. Nel framework Agile (es. Scrum), si parla spesso di team cross-funzionali composti da persone con competenze sovrapposte e intercambiabili, piuttosto che da specialisti rigidi confinati al proprio ruolo. Un famoso principio recita infatti: “Cross-functional teams are ideally made up of team members with T-shaped skills” – ovvero, un team Agile funziona al meglio se i suoi componenti hanno ciascuno competenze a T.
In un team Scrum ideale, ad esempio, un developer avrà sì la sua specializzazione (programmare codice), ma possiederà anche sufficienti conoscenze di testing, analisi di business, UX design, etc., da poter “dare una mano” dove serve al resto del team. Ciò non significa che tutti facciano tutto, ma che ognuno può contribuire oltre il proprio ruolo primario in caso di necessità. Questo approccio aumenta enormemente la flessibilità e l’autonomia del team: si evitano colli di bottiglia (ad esempio, se il tester ufficiale è sovraccarico, gli sviluppatori T-shaped possono coprire parte dei test) e si riduce la dipendenza da singoli esperti esclusivi. Come nota Mike Cohn, avere specialisti puri in team Agile può portare a micro-silos interni e minore coesione, mentre i membri T-shaped favoriscono collaborazione e condivisione continua.
Un membro T-shaped in un contesto agile viene spesso chiamato “generalizing specialist”: è specialista nel proprio dominio ma possiede una mentalità da generalista che gli permette di lavorare come parte di un meccanismo ben oliato invece che come un esperto isolato. In pratica, “si sporca le mani” su qualunque attività sia necessaria al successo del team, senza nascondersi dietro un “non è il mio ruolo”. Questa disponibilità a uscire dalla propria comfort zone aiuta il team ad affrontare i picchi di lavoro e le emergenze con spirito collaborativo, evitando situazioni di panico o rallentamenti drastici quando una figura chiave manca.
I vantaggi specifici delle competenze T-shaped nei team agili e interdisciplinari includono:
- Migliore comunicazione interna: avendo un linguaggio comune minimo su più discipline, i membri T-shaped capiscono i vincoli e le esigenze dei colleghi di altri profili. Uno sviluppatore con basi di UX dialoga meglio con il designer, un analista con basi di coding comprende i problemi del programmatore. Ciò riduce incomprensioni e conflitti, aumentando l’efficacia delle cerimonie Scrum e del lavoro quotidiano.
- Capacità di “swarm” (fare sciame): i team agili di alto livello praticano lo swarming, ossia concentrare più persone su un problema critico. I T-shaped rendono possibile questo “tutti per uno” perché possono spostarsi sul task più urgente indipendentemente dalla qualifica formale. Ad esempio, in un Sprint un tester e un designer T-shaped possono entrambi contribuire a documentare user story o configurare un ambiente, se è ciò che serve per chiudere il backlogs. Il motto diventa: “fare tutto il necessario perché il team abbia successo”.
- Riduzione dei tempi morti e delle attese: in metodologie lean/agili si punta a minimizzare gli handoff e le attese tra fasi. Un team member T-shaped, potendo svolgere più tipi di attività, riduce i passaggi di consegna. Per esempio, invece di aspettare che arrivi un analista di dati, uno sviluppatore T-shaped con skill analitiche può lui stesso estrarre i dati necessari. Ciò accelera il flusso di lavoro e aumenta il throughput del team.
- Crescita continua delle competenze nel team: lavorare fianco a fianco con colleghi T-shaped incentiva l’apprendimento reciproco. In un ambiente del genere è naturale che i confini di ruolo siano meno netti e che le persone acquisiscano nuove skill trasversali col tempo (pair programming, knowledge sharing). Questo rafforza ancora di più il profilo a T di ciascuno e crea team di “multi-atleti” pronti ad affrontare sfide sempre nuove.
Da notare che implementare una cultura T-shaped richiede anche un cambio di mentalità organizzativa: le aziende abituate a premiare i “guru” super-specialisti devono incentivare invece il lavoro di squadra e la versatilità. Nei percorsi di trasformazione Agile, spesso si abbandonano titoli rigidi a favore del ruolo unico di team member, e si celebra il successo collettivo invece delle prestazioni individuali, in modo da incoraggiare tutti a contribuire oltre il proprio orticello. I leader agili possono supportare questo cambiamento mostrando in prima persona flessibilità (es. coinvolgendo persone di diverse competenze in decisioni tecniche) e creando un clima sicuro in cui provare cose nuove (fail-safe environment) è accettato come parte del processo di apprendimento.
Esempi di ruoli e professionisti T-Shaped
Di seguito alcuni esempi concreti di figure professionali – in ambito HR e non solo – che incarnano un profilo T-shaped, con una descrizione di come combinano profondità specialistica e ampiezza di competenze:
- Digital HR Specialist: in ambito Risorse Umane, il Digital HR Specialist rappresenta un tipico esempio di competenze a T. Questa figura possiede una solida competenza verticale sulle piattaforme e tecnologie per HR (software HRIS, sistemi di recruiting online, HR analytics) e sull’automazione dei processi del personale. Al contempo, ha sviluppato competenze trasversali di business e di gestione del cambiamento: comprende la strategia aziendale, sa coinvolgere il personale nei progetti di digitalizzazione HR e collabora attivamente con i reparti IT, Finance e il top management. In questo modo unisce all’expertise tecnica la capacità di fare da tramite tra il mondo tecnologico e quello organizzativo/umanistico, risultando prezioso nei progetti di trasformazione digitale in ambito HR.
- HR Business Partner (HRBP): l’HRBP moderno è spesso un HR T-shaped. La sua specializzazione verticale risiede nelle competenze di strategic HR management – padroneggia cioè temi come sviluppo organizzativo, performance e talent management – e nella profonda conoscenza del settore di business in cui opera (es. conoscenza del mercato e dei prodotti dell’azienda cliente interna). La sua barra orizzontale include invece nozioni operative su tutti i principali processi HR (selezione, formazione, relazioni industriali, compensation, ecc.) e soprattutto competenze consulenziali e analitiche. Un HRBP a T è in grado di discutere di budget con la finanza, di analizzare metriche HR (turnover, engagement) con un approccio data-driven, e di adattare le politiche globali di HR alle esigenze specifiche di ogni dipartimento di business. Questo mix gli consente di essere un partner credibile per i manager e di co-creare soluzioni HR efficaci e condivise.
- Sviluppatore Full-Stack: nel campo tecnologico, il full-stack developer è spesso citato come esempio di professionalità T-shaped. Si tratta di uno sviluppatore software capace di lavorare su tutti i livelli di un’applicazione, dal front-end (interfaccia utente) al back-end (logica server, database). Tipicamente un full-stack ha una padronanza profonda in uno di questi strati (es. può essere fortemente specializzato in programmazione back-end Java/Python) ma possiede anche conoscenze diffuse sugli altri componenti: sa destreggiarsi in HTML/CSS e Javascript per il frontend, comprende la progettazione di database, conosce basi di UX design e così via. Questa versatilità orizzontale lo rende prezioso nei team piccoli o nelle startup, perché può contribuire su più fronti e comunicare efficacemente con specialisti di diverse tecnologie. Da notare che un full-stack developer veramente completo potrebbe anche essere considerato Π-shaped o comb-shaped (più competenze verticali forti); tuttavia, in molti casi la definizione implica una T-shape dove una competenza è predominante e le altre di supporto.
- Product Manager: il Product Manager di successo incarna una T-shaped skillset. La sua competenza verticale chiave può variare – alcuni provengono dal marketing, altri dall’ingegneria o dal design – e costituisce la base di expertise che portano al ruolo. Ma per eccellere devono costruire una vasta competenza orizzontale: conoscere i principi di UX/UI design, capire le tecnologie di sviluppo coinvolte nel prodotto, leggere ed analizzare dati di mercato, avere nozioni finanziarie e di business strategy, il tutto accompagnato da forti soft skill (comunicazione, negoziazione, leadership). Un product manager T-shaped può ad esempio dialogare con il team tecnico sugli aspetti di implementazione, mentre contemporaneamente traduce le esigenze dei clienti in requisiti concreti e valuta l’impatto finanziario delle roadmap. Questa capacità di fare da interfaccia tra diverse funzioni (sviluppo, design, marketing, vendite) è resa possibile dal suo profilo a T. È noto ad esempio il concetto di “full-stack product manager”, proprio a indicare chi riesce a coprire un ampio spettro di competenze necessarie per guidare un prodotto digitale.
- Marketing Specialist “T-shaped”: anche il mondo del marketing ha adottato questo concetto, parlando di T-shaped marketer. Un digital marketer a forma di T avrà conoscenze diffuse di tutte le principali leve del marketing digitale – SEO, content marketing, social media, email marketing, online advertising, web analytics, ecc. – e contemporaneamente un paio di aree di eccellenza in cui è davvero esperto (ad esempio SEO tecnica e Content strategy, oppure Social media adv e Community management). Questo profilo bilancia ampiezza e profondità: capisce come tutti i canali digitali si integrano nella strategia, ma può offrire un contributo specialistico di alto livello in alcune tattiche chiave. Un T-shaped marketer è molto ricercato nelle digital agency e nei team di growth marketing, perché può adattarsi velocemente ai cambiamenti (nuove piattaforme, trend) e collaborare con diversi specialisti parlando la loro lingua. Come evidenziato da Smart Insights, la capacità di allineare tattiche differenti agli obiettivi di business e di “unificare” il marketing digitale richiede proprio competenze a T, che uniscano visione strategica ampia e padronanza operativa in specifici ambiti.
Altri esempi notevoli: un Data Scientist con forti skill di programmazione e matematica ma anche conoscenze di dominio e comunicazione è un profilo a T che sa trasformare analisi complesse in decisioni di business. Un Architetto di soluzioni IT che combina profonda expertise tecnica con la comprensione dei processi aziendali e la capacità di interfacciarsi con utenti e stakeholder non tecnici è essenzialmente T-shaped. In generale, molte professioni “ibride” emergenti (dall’UX researcher al FinTech specialist) valorizzano persone in grado di unire una specializzazione solida a un background interdisciplinare, confermando la diffusione del modello T-shaped in svariati settori.
Strategie per sviluppare competenze T-Shaped in azienda e individualmente
Sia le organizzazioni che i singoli professionisti possono attuare diverse strategie per sviluppare competenze T-shaped, valorizzando al massimo sia la profondità sia l’ampiezza delle skill.
- Job rotation e formazione incrociata (cross-training) in azienda: Le aziende possono implementare programmi strutturati di rotazione dei ruoli e progetti interfunzionali per far uscire le persone dal proprio silo di competenze. Ad esempio, un talento IT potrebbe passare qualche mese a collaborare con il team di marketing su un progetto di e-commerce, oppure un recruiter HR potrebbe affiancare il team commerciale durante una campagna di assunzione di venditori. Queste esperienze allargano gli orizzonti, creano empatia tra dipartimenti e accrescono la comprensione reciproca. Strumenti pratici includono: job rotation temporanee, task force o tiger team multidisciplinari su obiettivi specifici, e workshop cross-funzionali in cui gruppi misti devono risolvere problemi aziendali insieme. Tali iniziative incoraggiano i dipendenti a sviluppare le proprie competenze orizzontali senza abbandonare il proprio campo principale.
- Cultura della collaborazione e del “fail-forward”: Per formare profili a T è fondamentale una cultura organizzativa che premi la collaborazione anziché il mero individualismo specialistico. I leader dovrebbero comunicare chiaramente che condividere conoscenza e imparare competenze adiacenti è valorizzato. Un modo è celebrare i successi di team più dei singoli eroi, enfatizzando come la somma delle competenze diverse porti ai migliori risultati. Inoltre, adottare la filosofia del “fail-forward” significa incoraggiare i dipendenti a provare nuove attività fuori dal proprio ambito senza timore di sbagliare, imparando dagli errori. Ad esempio, si può istituire un “Innovation day” dove tutti possono cimentarsi in progetti sperimentali non legati al proprio ruolo quotidiano, oppure creare challenge interne che richiedono team misti (es. hackathon, simulazioni). I manager svolgono un ruolo cruciale: dando l’esempio nel riconoscere i propri errori e mostrando vulnerabilità, trasmettono il messaggio che osare uscire dal proprio ruolo è lecito e anzi apprezzato. Questa sicurezza psicologica spinge i dipendenti a sviluppare nuove competenze trasversali e ad ampliare i propri confini professionali.
- Piani di sviluppo individuali “a T”: Dal lato pratico HR, è utile definire per ciascun dipendente un percorso di crescita personalizzato che contempli sia l’approfondimento specialistico sia l’ampliamento verso altre skill. Ad esempio, nell’annuale piano di formazione di un ingegnere software si può prevedere non solo un corso avanzato sul suo linguaggio di programmazione (verticale), ma anche workshop su project management o design thinking (orizzontale). Individual growth maps di questo tipo aiutano a bilanciare gli obiettivi: mantenere il “verticale” aggiornato e competitivo, mentre si identificano 1-2 aree adiacenti in cui far crescere competenze secondarie. È importante concordare tali obiettivi con il dipendente, tenendo conto sia delle sue aspirazioni che dei bisogni dell’organizzazione. Strumenti come piattaforme di e-learning con cataloghi ampi, programmi di mentoring interdipartimentale, o anche il coinvolgimento in community of practice aziendali (gruppi trasversali su tematiche come innovazione, Agile, ecc.) supportano il dipendente nell’espandere il proprio skillset in modo strutturato.
- “Shadowing” e apprendimento sul campo: Un metodo efficace, a costo zero, per sviluppare competenze T-shaped è incoraggiare il job shadowing e la contaminazione quotidiana. Ciò significa spingere i team member a osservare e apprendere dai colleghi di altre funzioni, magari dedicando parte del tempo a seguire progetti non direttamente assegnati. Un esempio è affiancare un collega esperto per imparare un nuovo tool o processo. Oppure, nelle metodologie Agile, pratiche come il pair programming (anche tra ruoli diversi, ad es. developer e tester insieme) favoriscono il trasferimento di conoscenze. L’idea è di uscire dalla mentalità “non è il mio compito”: se il collaudo di un software è in ritardo, uno sviluppatore può offrirsi di aiutare a testare i casi più semplic; se il team marketing è a corto di personale per un evento, un product manager può dare supporto perché ha competenze di base anche in quell’area. Oltre a risolvere l’emergenza, queste situazioni diventano opportunità di apprendimento pratico “on the job” che allargano la barra orizzontale della T.
- Formazione mirata multipla: Dal punto di vista della formazione formale, si può pianificare un mix di corsi specialistici e corsi trasversali. Ad esempio, un percorso di carriera “T” per un analista finanziario potrebbe includere una certificazione avanzata in finanza (verticale) e parallelamente workshop su data science o corsi in soft skill (leadership, comunicazione). Molte aziende adottano il principio 70-20-10 per lo sviluppo: 70% esperienza sul campo, 20% apprendimento sociale (coaching, mentoring) e 10% formazione formale. Nell’ottica T-shaped, quel 10% formale dovrebbe essere bilanciato tra mantenere l’eccellenza nella disciplina core e sviluppare competenze complementari. Anche programmi di job rotation internazionale o inter-funzionale rientrano nella formazione esperienziale e aiutano a creare professionisti più versatili.
- Autosviluppo e curiosità personale: Infine, dal punto di vista del singolo individuo che vuole diventare più T-shaped, la parola d’ordine è curiosità. Coltivare attivamente interessi oltre il proprio campo può fare la differenza. Ciò significa leggere libri, seguire blog o corsi online su materie diverse dalla propria specializzazione, partecipare a meetup o community tech/business fuori dal proprio settore, chiedere ai colleghi di altri reparti di spiegare il loro lavoro, ecc. Ad esempio, un designer potrebbe apprendere basi di coding tramite tutorial online, un avvocato d’impresa potrebbe seguire un corso introduttivo di project management, e così via. Un consiglio è lavorare sui propri punti deboli: invece di concentrarsi solo nel portare la propria competenza forte da 9/10 a 10/10, è più utile portare quelle scarse da 3/10 a 5 o 6/10, guadagnando così capacità operative minime in più aree. È importante anche accettare di non poter diventare un super-esperto in tutto: abbracciare un percorso T-shaped implica riconoscere che probabilmente non si sarà i numeri uno mondiali in una singola disciplina, ma si sarà abbastanza competenti in molte da creare un profilo unico. Questa consapevolezza aiuta a non perdere la motivazione quando ci si sente un “jack of all trades, master of none” durante l’ampliamento delle skill. In realtà, come nota un’esperta di UX, un professionista T eccellente è paragonabile a un decatleta: non vincerà gli 800 metri contro uno specialista puro, ma la sua versatilità lo rende comunque un atleta eccezionale e prezioso per la squadra.
In sintesi, lo sviluppo di competenze T-shaped richiede un approccio bilanciato tra approfondire (il verticale) e allargare (l’orizzontale). Le aziende devono creare contesti e incentivi perché ciò avvenga (culture inclusive, percorsi strutturati, rimozione di barriere tra funzioni), mentre i professionisti devono coltivare umiltà nell’imparare cose nuove e curiosità verso ciò che esula dal proprio immediato ambito. Quando questi elementi si combinano, l’organizzazione beneficia di talenti più flessibili, innovativi e pronti ad affrontare le sfide complesse del mercato.
Confronto tra T-Shaped e altri modelli di competenze (I-Shaped, Π-Shaped, M-Shaped)
Nel tempo sono stati proposti modelli alternativi per descrivere la forma del profilo di competenze di una persona, spesso rappresentati da lettere (I, T, Π, M) a seconda di quante aree di specializzazione e di conoscenza trasversale possiede il professionista. I profili principali vanno dall’estremo del singolo specialista verticale a quello del multi-specialista con molteplici expertise, passando per il modello bilanciato a forma di T.
Figura – Rappresentazione grafica di diversi profili di competenze:
da sinistra, un generalista puro senza specializzazione (dash-shaped, rappresentato come una linea orizzontale), uno specialista verticale (I-shaped), un profilo T-shaped con ampia conoscenza e una specializzazione forte, un profilo Π-shaped con due competenze verticali distinte su base trasversale ampia, e infine un profilo M-shaped multi-specialistico, con più verticalità e capacità di contaminazione tra saperi.
Di seguito un confronto tra i modelli I, T, Π e M-shaped, evidenziandone le caratteristiche distintive:
- I-Shaped (profilo a “I”): rappresenta il professionista iper-specializzato in un unico campo, con profondità verticale elevata ma scarsa ampiezza. Visivamente è una barra verticale senza tratto orizzontale. Un individuo I-shaped possiede una singola area di expertise molto sviluppata (es. uno scienziato esperto solo di un particolare metodo, un programmatore focalizzato su un solo linguaggio) ma competenza limitata al di fuori di essa. Preferisce lavorare nel proprio ambito specifico e tende ad avere poca esposizione ad altre discipline. Pro: grandissima padronanza e efficienza nelle mansioni del proprio campo; è la tipica “autorità” in materia. Contro: visione ristretta e minore adattabilità – fatica a collaborare fuori dal suo dominio, rischia obsolescenza se quella nicchia perde rilevanza, e può avere difficoltà a comprendere esigenze o linguaggi di altre funzioni.
- Dash-Shaped (profilo “–” generalista puro): all’opposto della I, il dash-shaped (a forma di trattino) indica conoscenza molto ampia ma poco profonda e nessuna specializzazione verticale definita. È il classico generalista totale: sa un po’ di tutto ma manca di expertise specifiche. Pro: grande capacità di visione d’insieme e di collegare concetti diversi; versatile in ruoli di coordinamento. Contro: superficialità tecnica, dipende da altri per l’esecuzione specialistica, e rischia di non eccellere in nulla di particolare. (Questo profilo non era esplicitamente richiesto nel confronto, ma lo citiamo per completezza, in quanto spesso contrapposto alla I e alla T come estremo opposto).
- T-Shaped (profilo a “T”): combina una specializzazione forte (una barra verticale – ad esempio un settore disciplinare o una funzione aziendale dominata con expertise) con conoscenze diffuse in più campi (una barra orizzontale – soft skill e basi in ambiti contigui). Come visto, integra i vantaggi di specialista e generalista: può approfondire i dettagli nel proprio ambito, ma anche comunicare e collaborare tra discipline grazie alla sua versatilità. Pro: equilibrio tra competenza e flessibilità, molto ricercato per ruoli che richiedono collaborazione (es. project manager, product owner, HRBP, ecc.). Permette adattamento al cambiamento e innovazione trasversale. Contro: ha comunque un limite intrinseco di ampiezza – la persona rimane specializzata in una area chiave e non in altre, quindi se il contesto richiedesse due competenze specialistiche profonde diverse, il singolo T potrebbe non bastare. Inoltre mantenere aggiornata la propria expertise mentre si coltivano skill orizzontali richiede impegno costante per non scadere nella mediocrità.
- Π-Shaped (profilo a “Pi greco”): rappresenta un’evoluzione oltre la T, dove la persona possiede due aree di specializzazione profonda (le due gambe verticali della lettera π) unite da una base di conoscenze generali ampie. In inglese si parla di “pi-shaped skills” per indicare chi, oltre a una competenza verticale primaria, ne ha sviluppata almeno un’altra di livello avanzato. Esempi: un esperto di marketing e data science; un ingegnere con solida competenza anche in design; un legale con forte background sia in diritto sia in gestione d’impresa. Pro: profilo poliedrico e più competitivo, in grado di integrare due domini differenti per soluzioni più creative e innovative. Offre maggiore flessibilità al team rispetto a un T-shaped, perché può coprire ruoli specialistici differenti all’occorrenza. Contro: costo di sviluppo alto – richiede tempo ed esperienza per raggiungere padronanza in due campi, e serve continuo aggiornamento su entrambi. Inoltre, non è detto che sia facile trovare ruoli che sfruttino appieno entrambe le specialità contemporaneamente, a meno di contesti interdisciplinari. (Da notare: alcuni autori assimilano il termine N-shaped a un profilo con due specializzazioni, similare al Π-shaped.
- M-Shaped (profilo a “M”): indica il professionista con multiple specializzazioni – almeno tre o più competenze verticali – accompagnate da capacità trasversali. La lettera M raffigura tipicamente 3 barre verticali (o più, in tal caso si parla di comb-shaped, a forma di pettine con molti denti). Un M-shaped è spesso un multi-specialista o “polymath” moderno: eccelle in diversi campi e li contamina tra loro per innovare. Pro: può ricoprire molteplici ruoli e gestire progetti o problemi molto complessi che richiedono competenze multidisciplinari. Figure di questo tipo portano un enorme valore strategico in contesti dove è richiesta visione sistemica e padronanza di diverse leve (spesso si ritrovano in alti dirigenti o in esperti di innovazione). Contro: rarità e rischio di sovraccarico – sono profili rari che tipicamente maturano dopo anni di esperienza (o talenti eccezionali), e tendono a essere coinvolti in tante iniziative data la loro versatilità, rischiando sovraccumulo di lavoro e stress. Inoltre, mantenere al top più di due aree di competenza richiede un investimento di tempo enorme; spesso gli M-shaped eccellono in alcune discipline ma rimangono leggermente meno aggiornati in altre. Tuttavia, con team adeguati a supporto, possono avere un impatto da leader o innovatore notevole.
In conclusione, il modello T-shaped si colloca come un equilibrio intermedio tra l’iperspecializzazione e la multispecializzazione. Rispetto a un I-shaped, il profilo a T guadagna in adattabilità, collaborazione e creatività grazie all’ampiezza extra. Rispetto a un Π- o M-shaped, mantiene una maggiore semplicità di sviluppo (focus su un solo dominio chiave) ed evita il rischio di dispersione, pur rinunciando a quella “marcia in più” di chi eccelle in più campi. Nella realtà odierna, molte organizzazioni cercano di far evolvere i propri talenti da I-shaped verso T-shaped, e successivamente verso modelli più estesi come Π o M man mano che accumulano esperienza. Ad esempio, un ingegnere software junior parte come I-shaped (solo coding), diventa un senior T-shaped imparando architettura e soft skill, e magari col tempo diviene un CTO M-shaped con competenze forti in sviluppo, prodotto e strategia. L’importante è riconoscere che non esiste un modello “migliore” in assoluto: la forma ideale delle competenze dipende dal ruolo e dal contesto. In ruoli molto specialistici o in ricerca pura, un I-shaped eccellerà; in ruoli di collegamento e innovazione, un T-shaped o Π-shaped sarà più adatto; in posizioni di vertice o in ambienti estremamente dinamici, profili M-shaped/comb-shaped (polymath) possono fare la differenza. L’azienda deve quindi saper valutare di quali “forme” ha bisogno e coltivarle di conseguenza, integrando diversi profili per costruire team bilanciati e performanti
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Fonti e riferimenti bibliografici
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- David Guest (1991) – The hunt is on for the Renaissance Man of computing
- Wikipedia – T-shaped skills
- Gility – Competenze T-Shaped e M-Shaped, le skill per competere
- UX Collective – From T-shaped to π-shaped designers
- Mountain Goat Software – What Does Scrum Mean by Cross-Functional Teams?
- UX Planet – From a workhorse to a unicorn: T, I and X-shaped designers
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Competenze T-Shaped: Definizione, Applicazioni e Sviluppo
Sintesi dell’articolo
L’articolo approfondisce il modello delle competenze T-shaped, delineandone la struttura – una specializzazione verticale affiancata da competenze trasversali – e l’importanza strategica nel contesto aziendale moderno. Sono esplorate le applicazioni nel settore HR, nei team agili e nei ruoli digitali. Viene illustrato come sviluppare profili T-shaped in azienda, con esempi concreti e confronto con altri modelli (I-shaped, Π-shaped, M-shaped), evidenziando vantaggi e implicazioni operative.
FAQ
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Cosa significa avere competenze T-shaped?
Significa possedere una profonda expertise in un’area specifica e una buona base di competenze trasversali per collaborare efficacemente in contesti multidisciplinari.
Perché le competenze T-shaped sono importanti nelle HR?
Permettono ai professionisti HR di collegare le politiche del personale agli obiettivi di business e di dialogare con più funzioni aziendali.
Qual è la differenza tra profilo T-shaped e I-shaped?
Il profilo I-shaped è iper-specializzato ma poco collaborativo, mentre il T-shaped unisce specializzazione e apertura trasversale.
Che vantaggi offre un HR T-shaped?
Allineamento strategico, capacità di risolvere problemi complessi, adattabilità e collaborazione interfunzionale.
Cosa rappresenta la barra verticale nella T?
Rappresenta la competenza profonda in un ambito specifico, la specializzazione del professionista.
E la barra orizzontale nella T?
Simbolizza la capacità di collaborare trasversalmente e le conoscenze generali in altri ambiti.
Come si sviluppano competenze T-shaped in azienda?
Attraverso job rotation, formazione incrociata, mentoring, shadowing e una cultura che valorizzi la collaborazione.
Cos’è un profilo Π-shaped?
Un professionista con due verticalità forti e una base trasversale ampia, ideale per ruoli interdisciplinari.
Quali ruoli HR possono essere T-shaped?
HR Business Partner, Digital HR Specialist, Talent Analyst, HR Generalist evoluto.
Che differenza c’è tra T-shaped e M-shaped?
Il T-shaped ha una sola verticalità, l’M-shaped più competenze specialistiche, su base trasversale.
Glossario – Competenze T-Shaped
T-Shaped Skills
Modello di competenze che combina una specializzazione verticale (profonda expertise in un’area specifica) con una base orizzontale di competenze trasversali. È ideale per contesti collaborativi e multidisciplinari.
Specializzazione verticale
La competenza approfondita in un dominio specifico (es. selezione del personale, data analysis), che costituisce la colonna portante della professionalità di un individuo T-shaped.
Competenze trasversali
Abilità generali applicabili in diversi contesti, come comunicazione, leadership, problem solving, pensiero critico, project management e alfabetizzazione digitale.
Π-Shaped Skills
Profilo di competenze caratterizzato da due aree di expertise verticale e una base trasversale condivisa. Offre versatilità e capacità di operare in ruoli interdisciplinari ad alto valore strategico.
Dash-Shaped
Profilo generalista con ampio spettro di conoscenze ma privo di una specializzazione verticale significativa. Offre visione d’insieme ma rischia di risultare poco incisivo in ambito operativo.
I-Shaped
Profilo iper-specializzato in un unico ambito, con elevata competenza tecnica ma limitata capacità di collaborare trasversalmente o comprendere altri domini.
Job Rotation
Strategia HR che prevede la rotazione programmata di un dipendente tra diversi ruoli o funzioni per sviluppare nuove competenze e visione sistemica.
Shadowing
Metodo di apprendimento sul campo che consiste nell’affiancare un collega esperto per osservare direttamente come svolge le proprie mansioni e apprendere nuove competenze.
Team cross-funzionali
Gruppi di lavoro composti da professionisti con background diversi (HR, IT, marketing, finance, ecc.) che collaborano su un progetto condiviso, favorendo l’innovazione e la contaminazione di saperi.
Generalista
Professionista con un’ampia gamma di conoscenze non specialistiche. Utile per la visione integrata, ma meno incisivo in contesti che richiedono elevata profondità tecnica.
HR Business Partner (HRBP)
Figura strategica che funge da collegamento tra la funzione HR e le altre aree aziendali. Interpreta le esigenze del business e propone soluzioni HR coerenti con gli obiettivi dell’organizzazione.
Full-stack Developer
Sviluppatore software capace di operare sia su front-end che back-end. Tipico profilo T-shaped nel settore IT, in grado di adattarsi a vari livelli di sviluppo applicativo.
Learning Experience Mix
Combinazione di diversi approcci formativi (formazione esperienziale, microlearning, peer learning) per sviluppare competenze in modo flessibile e personalizzato.
Fail-safe Environment
Ambiente organizzativo che tollera l’errore come parte del processo di apprendimento e innovazione, incoraggiando la sperimentazione e lo sviluppo trasversale delle competenze.