Referendum 2025 sul lavoro più tutele o passi indietro

 

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Referendum 2025 sul lavoro: più tutele o passi indietro?

Quattro quesiti referendari potrebbero cambiare l’equilibrio tra tutele e flessibilità nel lavoro. Una guida per capire cosa c’è in gioco.

A cura di Laura Perrone

La tutela dei diritti dei lavoratori italiani potrebbe ottenere, di qui ad un mese, un tangibile miglioramento condizionato, a ben vedere, dall’opinione nutrita dai lavoratori stessi.

Non un banale gioco di parole ma mera realtà: nelle giornate dell’8 e del 9 giugno 2025, i cittadini italiani sono chiamati ad esprimere il proprio voto su cinque referendum abrogativi, dei quali ben quattro concernenti tematiche giuslavoristiche ed uno riguardante la cittadinanza italiana acquisibile dagli stranieri extra UE (con riduzione del periodo di residenza legale da 10 a 5 anni in caso di voto favorevole).

In questo articolo, ça va sans dire, il focus è orientato sull’analisi dei quattro referendum succitati non ai fini della perentoria determinazione di un percentuale di voto favorevole/sfavorevole preponderante ma, più che altro, per adempiere a finalità esplicative e divulgative, tali da generare una forte sensibilizzazione sulla sensibilizzazione “civica”, data dall’esercizio della facoltà del diritto di voto.

Indice

    1. Reintegro nei licenziamenti illegittimi nelle grandi imprese
    2. Indennizzo rafforzato nelle piccole aziende
    3. Contratti a termine e ritorno alle causali
    4. Responsabilità solidale in caso di infortuni negli appalti

I quattro quesiti referendari in materia giuslavoristica

Le materie oggetto dei referendum e punto focale della presente analisi sono riassumibili attraverso i seguenti punti:

1. Reintegro nei licenziamenti illegittimi nelle grandi imprese

Licenziamenti nel contratto a tutele crescenti (Jobs Act, 2015, Governo Renzi) nelle imprese con più di 15 dipendenti: si potrebbe assistere ad un cambiamento epocale, ossia all’opportunità di reintegrare il lavoratore il cui licenziamento – a seguito di parere motivato del giudice, ritenuto illegittimo – nel posto di lavoro precedentemente perso;

2. Indennizzo rafforzato nelle piccole aziende

“Addio” al licenziamento senza giusta causa (con risarcimento salariale nella misura massima di sei stipendi) nelle piccole aziende: in altre parole, nelle aziende con un numero di dipendenti pari o inferiore a 16, se vincesse il Sì, il dipendente licenziato in maniera ingiustificata avrà diritto ad un risarcimento stabilito dal giudice sulla base di criteri quantitativi, variabili caso per caso, a seconda della gravità della violazione, dell’età e dei carichi di famiglia del lavoratore e della capacità economica dell’azienda;

3. Contratti a termine e ritorno alle causali

Contratti a termine…con o senza “causali”?: il referendum in oggetto richiede l’abrogazione delle norme del Jobs Act che hanno introdotto la facoltà di stipulare contratti di lavoro a termine slegati dall’apposizione di specifiche causali, in altre parole, di motivazioni-casistiche tra cui scegliere in coerenza alle necessità aziendali sussistenti al momento dell’assunzione di nuove e/o preesistenti risorse umane nell’organico aziendale;

4. Responsabilità solidale in caso di infortuni negli appalti

Infortunio sul lavoro, appalti e subappalti: in questo caso, la problematica per la quale sono chiamati a votare i gli italiani afferisce all’estensione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore in caso di infortunio causato dalle caratteristiche intrinseche del lavoro oggetto di appalto.

Un voto che guarda al futuro del lavoro

Al netto di quanto disquisito, è evidente che la partita in ballo è alquanto alta e determinante le sorti dei lavoratori: dunque, non ci resta che attendere i risultati dei referendum, che fungeranno da interessante spunto per carpire le esigenze del popolo italiano, nell’ambito di quello che è lo scenario macroeconomico attuale, labile e precario. Caratteristiche, quest’ultime, assorbite in toto anche dal mondo del lavoro? Ai posteri (e non solo) l’ardua sentenza.

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Questo articolo è offerto da:

Laura Perrone
Dottoressa magistrale cum laude in Economia Aziendale, attualmente iscritta ad un master universitario di II livello in Management delle Risorse Umane, ambito per il quale da sempre nutro una forte passione ed interesse. In merito al mio attuale impiego, sono una Junior Administrative&Project Assistant in un'azienda specializzata in economia circolare.

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Risorse aggiuntive

A cura della Redazione.

Questa guida riassume i contenuti dei quattro referendum abrogativi in materia di lavoro previsti per l’8 e 9 giugno 2025, sulla base dei Decreti del Presidente della Repubblica del 31 marzo 2025 pubblicati nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 75 del 31-3-2025

Nota: Per quanto riguarda il quinto referendum "«Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana» rimandiamo alla lettura del testo sulla Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 75 del 31-3-2025 

Le informazioni qui di seguito riportate sono frutto di un’elaborazione redazionale a fini divulgativi e non sostituiscono in alcun modo le fonti normative ufficiali. Per una consultazione completa e giuridicamente vincolante, si rimanda alla lettura diretta della Gazzetta Ufficiale.

Referendum 2025 sul lavoro: i punti chiave da conoscere

1. Referendum sulla “Disciplina dei licenziamenti illegittimi” (Contratto a tutele crescenti)

  • Oggetto: abrogazione integrale del Decreto Legislativo 4 marzo 2015, n. 23 (“Contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”), e successive modifiche.
  • Scopo Apparente: eliminare la disciplina del contratto a tutele crescenti, che ha modificato la normativa sui licenziamenti individuali, in particolare per i nuovi assunti. La legge in vigore stabilisce una protezione crescente in base all’anzianità aziendale, con indennizzi in caso di licenziamento illegittimo al posto del reintegro nella maggior parte dei casi. L’abrogazione mirerebbe a ripristinare la disciplina precedente, che in molti casi prevedeva il reintegro.

2. Referendum sulle “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennita’”

  • Oggetto: abrogazione parziale dell’articolo 8 della Legge 15 luglio 1966, n. 604, riguardante l’indennità dovuta in caso di licenziamento illegittimo nelle imprese con meno di quindici dipendenti.
  • Scopo Apparente: eliminare i limiti minimi e massimi (tra 2,5 e 6 mensilità, aumentabili) dell’indennità risarcitoria dovuta dal datore di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per le piccole imprese. L’abrogazione mirerebbe a lasciare alla discrezione del giudice la determinazione dell’indennità, senza i limiti attuali, potenzialmente aumentando la protezione per i lavoratori delle piccole imprese.

3. Referendum sui “Contratti di lavoro a termine”

  • Oggetto: abrogazione parziale di specifiche parti degli articoli 19 e 21 del Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81 (“Disciplina organica dei contratti di lavoro”), relative alla durata massima, alle condizioni per proroghe e rinnovi dei contratti a tempo determinato.
  • Scopo Apparente: rimuovere i limiti temporali e le “condizioni” (causali) che attualmente regolano la durata massima (24 mesi totali) e la possibilità di proroghe e rinnovi dei contratti a tempo determinato. L’abrogazione mirerebbe a consentire un utilizzo più flessibile e potenzialmente più lungo dei contratti a termine senza la necessità di giustificazioni specifiche oltre i primi dodici mesi.

4. Referendum sulla “Responsabilita’ solidale in appalto per infortuni sul lavoro”

  • Oggetto: abrogazione parziale dell’articolo 26, comma 4, del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro), nella parte che esclude la responsabilità solidale del committente, appaltatore e subappaltatore per gli infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice che siano conseguenza dei “rischi specifici propri dell’attività” di quest’ultima.
  • Scopo Apparente: estendere la responsabilità solidale per gli infortuni sul lavoro anche ai casi in cui l’infortunio derivi dai rischi specifici dell’attività dell’appaltatore/subappaltatore. Attualmente, per questi rischi specifici, la responsabilità solidale è esclusa. L’abrogazione mirerebbe a garantire una maggiore protezione per i lavoratori coinvolti in appalti e subappalti, ritenendo tutti i soggetti della catena responsabili solidalmente anche per tali rischi.

Date della Consultazione:

  • Domenica 8 giugno 2025
  • Lunedì 9 giugno 2025

Autorità Competenti:

  • Presidente della Repubblica (Sergio Mattarella) – Emana il decreto di indizione.
  • Presidente del Consiglio dei Ministri (Giorgia Meloni), Ministro dell’Interno (Matteo Piantedosi), Ministro della Giustizia (Carlo Nordio) – Firmatari del decreto.
  • Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte Suprema di Cassazione – Dichiara la conformità a legge delle richieste referendarie e prende atto delle modifiche legislative rilevanti.
  • Corte Costituzionale – Dichiara l’ammissibilità delle richieste referendarie.
  • Consiglio dei Ministri – Adotta la delibera per l’indizione del referendum.

Processo di Indizione: I decreti di indizione fanno riferimento a diverse norme e passaggi procedurali previsti dalla Costituzione e dalla Legge n. 352/1970, inclusa la verifica di conformità a legge e l’ammissibilità da parte degli organi competenti (Ufficio Centrale per il Referendum e Corte Costituzionale) e la deliberazione del Consiglio dei Ministri.

Disclaimer redazionale
I contenuti di questa sezione rappresentano una sintesi e un’interpretazione redazionale dei quesiti referendari basata sui testi ufficiali pubblicati nella Gazzetta Ufficiale - Serie Generale n. 75 del 31 marzo 2025 Non costituiscono fonte normativa né interpretazione giuridica ufficiale.

 

Altre fonti:

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