Voucheristi: quanti e chi sono Una panoramica per nazionalità, sesso e coorte d’età sulla popolazione dei prestatori di lavoro accessorio

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Voucheristi: quanti e chi sono

Una panoramica per nazionalità, sesso e coorte d’età sulla popolazione dei prestatori di lavoro accessorio

di Solco Srl

La discussione pubblica e politica sul ricorso al voucher come strumento di retribuzione ha sempre interessato, più che una vera e propria analisi quantitativa e qualitativa del fenomeno, una mera divisione ideologica tra sostenitori e detrattori di questo strumento.

Recentemente, inoltre, l’esecutivo, per ovviare all’eventualità di un referendum che puntasse ad abolire del tutto questo mezzo, ha prima deciso di escludere lo strumento voucher dal panorama retributivo per poi re-inserirlo regolamentandone in maniera diversa le possibilità di utilizzo.

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Secondo una elaborazione empirica INPS, con riferimento ad un arco temporale che va dal 2008 al 2015, la popolazione dei voucheristi – da intendersi come coloro che prestano lavoro accessorio –, in Italia, ha potuto contare su oltre 90mila unità (92.941, ndr), così ripartiti per sesso e nazionalità:voucheristi ripartiti per sesso e nazionalità

Con riferimento alla tabella poco sopra, possiamo osservare come circa l’80% della popolazione dei voucheristi sia di nazionalità italiana (72.074 su 92.941) e il 54% della stessa sia di sesso maschile (50.636 su 92.941).

Interessante poi vedere cosa emerge da una segmentazione della popolazione di voucheristi per coorte d’età:

voucheristi per coorte d’età

Dalla tabella emerge chiaramente come, sulla base delle coorti d’età, i voucheristi possano essere divisi in tre macro-categorie: “giovani e studenti” (13-29 anni), “lavoratori” (30-55 anni) e “pensionati” (56+ anni).

Con riferimento a giovani e studenti, e lo stesso sembra valere per la categoria “pensionati”, è probabile che lo strumento voucher venga principalmente usato come retribuzione da integrarsi, nel caso di giovani e studenti, allo stipendio dei genitori o di chi ne fa le veci, nel caso dei pensionati, alla pensione percepita.

Lo stesso non vale certamente per la categoria “lavoratori”.

In questo caso, il ricorso allo strumento voucher sembra aver permesso il raggiungimento di uno standard retributivo adeguato, che possa garantire una vita tranquilla e dignitosa.

Bibliografia consigliata

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