La stesura del CV e della lettera di presentazione

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

 

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La stesura del CV e della lettera di presentazione

di Rovena Bronzi

La parte più difficile per chi deve creare un Cv è proprio cominciare: che cosa devo scrivere? come faccio in, al massimo 2 pagine, a raccontare tutte le mie esperienze a livello formativo e professionale? quali skills devo inserire? devo mettere proprio tutto? e se non lo faccio e mi perdo informazioni importanti?

E questi aspetti non sono da sottovalutare: quando si ricevono Cv troppo lunghi e troppo dettagliati o al contrario troppo poveri di informazioni e contenuti (ma questo indipendentemente dalla storia personale di chi lo trasmette), la prima impressione è di stare analizzando, a seconda dei casi, un qualcosa di noioso, caotico, dispersivo, difficilmente comprensibile, superficiale, non accurato, quasi “buttato li” di fretta, senza una logica o una continuità (soprattutto quando anche la lettera di presentazione è altrettanto approssimativa, superficiale e difficilmente comprensibile).

E questo non va bene, quindi, dobbiamo partire bene e in modo organizzato!!! A tal proposito, è possibile seguire questo facile schema di lavoro:

1) piuttosto che partire da un foglio bianco, può essere una buona idea quella di partire da modelli di Cv o di lettera presenti in rete, con sezioni già preimpostate, per agevolarne la compilazione: oggigiorno si trova di tutto sia per quanto concerne il contenuto (per esempio, da modelli di Cv cronologico a quelli di Cv per competenze) o per presentazione, per grafica (da modelli più classici, a quelli più professionali, a quelli più “originali”): sta a noi scegliere, personalizzandolo, il modello che meglio ci rappresenta e che più rispecchia la nostra personalità, partendo però dal presupposto che non sappiamo chi sarà il recruiter che prenderà in mano il nostro Cv, per cui versioni “troppo” creative o stravaganti (a meno che non ci stiamo candidando per posizioni che richiedono di per sé creatività e originalità), da un lato, o “troppo” impersonali e insipide dall’altro, potrebbero non essere apprezzate o capite e quindi le si sconsiglia;

2) iniziamo con una stesura del Cv libera e senza filtri, inserendovi tutte quelle informazioni che servono a ricostruire la nostra storia a livello professionale: dati anagrafici, hard e soft skills, esperienze professionali ed extra professionali, scolastiche e formative;

3) a questo punto, riprendiamo il tutto per analizzarlo, allo scopo di rimodellare, scremare e snellire quello che si è scritto. A tal proposito, per aiutare a fare ciò, cito una storiella che si trova in rete e che è chiamata “dei 3 setacci” (presumibilmente attribuita a Socrate) dove il maestro pone al suo allievo 3 semplici domande chiave: queste stesse 3 domande, se ovviamente decontestualizzate e riviste sotto una differente ottica, possono risultare utilissime:

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Corrisponde al vero quello che ho raccontato di me?

Ovvero: tutto quello che scriviamo nel Cv deve corrispondere al vero.

No, quindi a: 1) informazioni riportate in modo errato per superficialità, svogliatezza o non curanza; 2) informazioni volutamente riportate in modo fuorviante, cosi da portare a fraintendimenti, a interpretazioni differenti quali una sovrastima; 3) informazioni addirittura false,  magari solo per ottenere di essere chiamati dal recruiter!!!!

E’ davvero buono quello che ho raccontato di me?

Ovvero: il Cv e la lettera di presentazione rappresentano il nostro biglietto da visita, lo strumento che abbiamo a nostra disposizione per arrivare al recruiter e attirare il suo interesse, cosi che decida di chiamarci per un colloquio, dove potremo finalmente parlare di noi.

Deve, quindi, servire a trasmettere, a chi lo legge, un’immagine accattivante e vincente di noi, del nostro percorso formativo e professionale, ma soprattutto delle nostre hard e soft skills, della nostra personalità, delle nostre motivazioni al cambiamento: deve quindi sapere trasmettere qualcosa di buono su di noi.

Perciò quando dobbiamo fare una scrematura e decidere cosa scrivere e come scriverlo, dobbiamo chiederci sempre: quello che ho scritto e come l’ ho scritto, serve a dire qualcosa di buono su di me? serve a dare una buona impressione di me? Ho davvero fatto capire al recruiter chi sono e cosa so fare, sia a livello di hard che di soft skills? Sono davvero riuscito a fare capire che potrei essere un valore aggiunto per quell’azienda? per caso, non è che ho lasciato dei margini tali da poter incorrere nel rischio di far arrivare un’immagine “non buona” di me?

Quest’ultima domanda può sembrare banale, ma spesso, soprattutto nella stesura di una lettera di presentazione, può accadere, magari per paura di essere sovrastimati, per bassa autostima o per inesperienza, che evidenziamo più le nostre mancanze (quasi a volerci giustificare), che i nostri successi e le nostre skills.

E’ davvero utile quello che ho raccontato di me?

Ovvero: dopo la seconda domanda, spesso può accadere che prendiamo atto che il nostro Cv è davvero troppo lungo e troppo dettagliato, ma siccome riteniamo che tutto quello che abbiamo scritto è “buono”, non sappiamo cosa lasciare e che cosa togliere.

Quindi, il passo successivo è il chiederci quali, tra tutte le informazioni inserite, sono davvero utili, focalizzandoci più che sulle esperienze professionali e quindi sul dettaglio di quello che abbiamo fatto, sulle nostre competenze, sulle nostre skills, sui nostri obiettivi che vogliamo raggiungere, su quello che ci fa apparire come un valore aggiunto.

In particolar modo, può risultare particolarmente complesso rispondere a tale domanda quando la nostra storia professionale è particolarmente ricca di esperienze, tutte rilevanti e pluriennali, ma totalmente differenti le une dalle altre, anche per competenze e  obiettivi.

Un suggerimento, molto utile soprattutto quando dobbiamo trasmettere una candidatura spontanea a uno specifico contesto lavorativo o una candidatura in risposta a una job description/job profile ben definite, può essere quello di pensare, anziché di creare un solo Cv che raggruppa tutta la nostra storia professionale, di creare più CV, ciascuno focalizzato su uno specifico percorso e ciascuno con una propria lettera di presentazione specifica e mirata.

Con questa nuova ottica, risulta certamente più facile riuscire a definire cosa è utile e cosa no: ci concentriamo su un ruolo, un percorso professionale specifico, su una o più competenze con un denominatore comune, un obiettivo professionale che vogliamo raggiungere e nel Cv diamo risalto a tutto ciò che è in linea con tale percorso, che quindi è buono e utile, e ci limitiamo ad accennare solamente tutto quello che non lo è.

Tra i vari Cv che possiamo creare, non dimentichiamo che c’è anche quello chiamato comunemente “tipologia CV da tenere nel cassetto”: molti di noi sanno di saper far bene un’attività, sanno di avere i cosiddetti “sapere – saper fare – saper essere” che sta cercando il recruiter, ma sanno anche che quest’attività è esclusivamente extra professionale, un hobby, volontariato, e quindi nessun recruiter la terrà probabilmente in considerazione. Ecco, in questi casi, il creare un Cv ad hoc, specifico su questo percorso, evidenziandone motivazione, hard e soft skills, competenze acquisite e tenerlo li nel cassetto può risultare molto importante: chissà mai che non arrivi la grande occasione della vita (e se non arriva da sola, la cerchiamo noi!!), dove incontriamo quella persona giusta che decide di credere in noi, che è disposta a metterci alla prova indipendentemente dalla nostra storia professionale, che nella sua azienda ha proprio quella posizione vacante e ci vuole dare la possibilità di dimostrare di essere la persona giusta! Sembra impossibile, ma conosco persone che sono riuscite a trasformare qualcosa che era solo ed esclusivamente una passione, in un’attività professionale e non solo da indipendente.

4) Una volta che il Cv e la lettera di presentazione sono stati rimodellati, scremati e snelliti, allora dobbiamo concentrarci sugli aspetti grafici e visivi, quali la presentazione, l’impaginazione, lo stile di scrittura, eventuali elementi decorativi, la foto, ecc…. così da arrivare ad ottenere un Cv e una lettera di presentazione sintetici, esaustivi, personalizzati ed attraenti.

 

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Rovena Bronzi
Job Coach| Work life balance | Cv writer | Assistente del personale con certificato HRSE
Mi chiamo Rovena Bronzi e abito in provincia di Varese. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia del lavoro e nel 2018 un titolo svizzero di assistente del personale, attualmente mi occupo in Canton Ticino di segretariato e amministrazione del personale. In Italia sono job coach, tutor e Cv writer: alleno, oriento e motivo, attraverso percorsi individuali e di gruppo, a «USCIR A RIVEDER LE STELLE» con creatività, leggerezza e piacere, nella ricerca di un nuovo lavoro, nel cambiamento professionale e nella ricerca di una conciliabilità lavoro – famiglia – tempo libero.

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