Obiettivi professionali e analisi SWOT

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Obiettivi professionali e analisi SWOT

di Rovena Bronzi

L’analisi SWOT è uno strumento che viene spesso utilizzato nelle varie organizzazioni, per esempio, in fase di partenza di un nuovo progetto. In realtà, non tutti sanno che può essere anche molto utile in altri ambiti, quali quello del supporto alla ricerca di lavoro e più precisamente nella valutazione della realizzabilità di un obiettivo professionale.

Lo scopo dell’analisi SWOT, una volta definito un obiettivo professionale, è quello di analizzare, da un lato, quali sono i propri punti di forza e i propri punti di debolezza, dall’altro, le opportunità e le minacce provenienti dall’ambiente esterno, per capire se effettivamente esistono i presupposti per il raggiungimento di un determinato obiettivo o magari sarebbe meglio prendere in considerazione altre opportunità, guardare verso altri orizzonti.

SWOT ANALYSIS

Può essere sicuramente fatta anche in piena autonomia, almeno per quanto riguarda la ricerca degli elementi chiave, mentre per quanto riguarda l’analisi vera e propria, diventa importante l’essere supportati e guidati da un consulente.

Ma vediamola più da vicino.

PARTE 1 – conducibile anche in piena autonomia –

Dopo aver definito qual è il proprio obiettivo professionale (se ce n’è più di uno, deve essere ripetuta per ogni obiettivo):

1. Disegnare i 4 quadranti che rappresentano i 4 fattori S-W-O-T.

2. Liberare la mente da pensieri, preoccupazioni, ragionamenti vari che potrebbero andare a condizionare, in positivo o in negativo, il nostro giudizio che, al contrario, dovrebbe essere totalmente imparziale.

3. Aprire la mente alla ricerca di risposte: questo non significa solo dentro di noi, significa anche fare delle ricerche vere e proprie per tutto quello che riguarda il profilo professionale per cui vogliamo candidarci, le caratteristiche del mercato del lavoro per quel settore, statistiche e analisi fatte da professionisti, job description e job profile pubblicate, ecc.

4. Per ogni quadrante, riportare tutti quei fattori che riteniamo determinanti e che, in un certo senso, possono rispondere alle seguenti domande relative all’obiettivo che stiamo analizzando: chi sono? cosa faccio e cosa so/saprei fare? quali sono i miei punti di forza e quali i miei punti di debolezza? quali sono le caratteristiche sociali/culturali/geografiche/occupazionali del mio contesto di appartenenza, oltre che del settore lavorativo di mio interesse? sono a mio vantaggio o a mio svantaggio? quali sono le caratteristiche del profilo professionale che vorrei andare a ricoprire? perché dovrebbero scegliere proprio me? 

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S = punti di forza – W = punti di debolezza: sono tutti quei fattori interni su cui l’utente ha un controllo diretto.

  • S = fattori interni positivi che possono contribuire al successo nel raggiungimento dell’obiettivo professionale previsto: sono quel sapere – saper fare – saper essere di cui tanto si parla in ambito di HR. Qui possiamo scrivere sia quelli in linea con il profilo professionale di interesse, sia quelli cosiddetti trasferibili da un contesto all’altro, anche se questa “capacità di analisi” non è da tutti, da qui l’importanza di farla insieme a un esperto.
  • W = fattori interni negativi che potrebbero rappresentare uno svantaggio e quindi che potrebbero avere un impatto negativo nel raggiungimento dell’obiettivo prefissato, in quanto rappresentano una mancanza, una lacuna di determinate hard e soft skills.

O = opportunità – T = minacce: sono tutti quei fattori che provengono dall’ambiente socio/culturale/geografico e che non sono controllabili dall’utente, ma devono comunque essere esaminati e considerati, visto l’impatto che possono avere sul raggiungimento o non raggiungimento dell’obiettivo professionale di interesse, tenendo conto ovviamente della probabilità con cui essi possono verificarsi.

    • O = fattori esterni positivi che, se adeguatamente sfruttati, permettono di ottenere dei vantaggi, nonostante l’utente non abbia alcun controllo su di essi – tra questi per esempio un alto livello generale di impiegabilità in quel settore, l’area geografica di appartenenza, la quantità e la qualità di enti, aziende, società a cui proporsi, ecc.
    • T = fattori esterni negativi, minacce, criticità che potrebbero mettere a serio rischio il raggiungimento dell’obiettivo desiderato, tra questi per esempio la crisi del mercato di lavoro, ecc.

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PARTE 2 – da qui in poi diventa importante la presenza di un esperto per guidarci e sostenerci –

5. Rivedere tutto quello che abbiamo scritto, concentrandoci sui 2 quadranti che possono rappresentare uno svantaggio per il raggiungimento del nostro obiettivo, chiedendoci, per ciascun fattore riportato: è un “fattore negoziabile o non negoziabile”, quindi è determinante o no per quel ruolo? cosa posso fare per trasformarlo in un vantaggio immediato? quali punti di forza posso proporre come alternativa alle mie “carenze”? è un punto di debolezza vera e propria o è in realtà un punto di miglioramento che posso trasformare in punto di forza? se si, come? se no, cosa posso fare?

Porsi queste domande è molto importante anche perché può rappresentare la strategia vincente per arrivare a convincere un ipotetico datore di lavoro che possiamo essere le persone giuste, anche se magari il nostro profilo non corrisponde al 100% alla job description e alla job profile pubblicate.

6. Rivedere tutto quello che abbiamo scritto, concentrandoci sui 2 quadranti che possono rappresentare un vantaggio, integrandoli, insieme al consulente, con nuovi punti di forza e opportunità fino a quel momento non considerati perché magari non direttamente associabili all’ obiettivo professionale desiderato o perché provenienti da altri settori più in linea con la nostra storia.

7. Iniziare un piano d’azione vero e proprio in direzione dei risultati raggiunti da questa autoanalisi, perché senza questo, qualsiasi analisi perderebbe di efficacia ed efficienza!

8. Intraprendere delle reali iniziative quali: 1. trasformare i punti di debolezza in punti di forza, attraverso corsi, formazione, aggiornamenti vari, 2. attivarsi a livello di rete formale e rete informale, 3. trovare dei percorsi alternativi che permettono comunque un avvicinamento al settore o all’ambito di nostro interesse, ma concentrandoci su un altro ruolo, su altre mansioni più in linea con la nostra storia e procedere verso questa nuova direzione, 4. se necessario, modificare il nostro obiettivo, spostando l’attenzione verso altri obiettivi più facilmente raggiungibili (vivendo però tale iniziativa non come un fallimento personale ma come un’opportunità più facilmente realizzabile).

 

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Rovena Bronzi
Job Coach| Work life balance | Cv writer | Assistente del personale con certificato HRSE
Mi chiamo Rovena Bronzi e abito in provincia di Varese. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia del lavoro e nel 2018 un titolo svizzero di assistente del personale, attualmente mi occupo in Canton Ticino di segretariato e amministrazione del personale. In Italia sono job coach, tutor e Cv writer: alleno, oriento e motivo, attraverso percorsi individuali e di gruppo, a «USCIR A RIVEDER LE STELLE» con creatività, leggerezza e piacere, nella ricerca di un nuovo lavoro, nel cambiamento professionale e nella ricerca di una conciliabilità lavoro – famiglia – tempo libero.

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