Formazione o Improvvisazione

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Formazione o Improvvisazione?

L’eterno dilemma

di Antonio Miele

Formazione o ImprovvisazioneSpesso si parla di formazione come strumento fondamentale per l’inserimento e lo sviluppo delle risorse in azienda.

E ancor più spesso si è soliti ritenere che la differenza tra contesti più o meno strutturati sia data dalla capacità (economica) di investire in formazione. In realtà la differenza più sostanziale è data dalla cultura aziendale; e di conseguenza dalla predisposizione a investire in formazione o improvvisazione.

Nel primo caso, indipendentemente dal budget aziendale, l’azienda potrà comunque mettere a disposizione tempo e persone per investire sulla formazione di un collaboratore, sia esso nuovo o storico in azienda; tale investimento, che è sempre conseguenza di una cultura di riferimento, determinerà in ogni caso nella risorsa formata un senso di coinvolgimento emotivo nel contesto lavorativo.

Sentirsi preso in considerazione e non “abbandonato” è il primo passo per portarsi a casa risorse motivate, gratificate e che trasferiranno a loro volta questa positività nella propria attività lavorativa con capi, colleghi,collaboratori o clienti.

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La cultura, o sottocultura, dell’improvvisazione apparentemente fa risparmiare risorse economiche ( non buttiamo i soldi o il tempo in formazione.., proviamo ad affiancare oggi Tizio con Caio, improvvisiamo che questa cosa la spieghi Sempronio ecc..); ma quanto danneggia in termini di motivazione, mancata identificazione con gli obiettivi aziendali, passaparola negativo, ecc? E soprattutto questi elementi hanno o meno una rilevanza economica, quantomeno nel breve/medio periodo?

Ecco che alla fine quel che conta non è necessariamente un investimento importante in percorsi formativi; ma dimostrare di avere una cultura predisposta al trasferimento di conoscenze e competenze che si contrappone all’improvvisazione (prova a chiedere al collega, adesso vediamo se questa cosa ce la spiega quest’altro…).

E tali informazioni oggi si diffondono con rapidità e velocità tali da impattare significativamente sul brand aziendale. E a quel punto oltre alla formazione, bisogna ricostruirsi anche l’immagine…

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Antonio MieleAntonio Miele

41 anni di Napoli, residente a Roma. Lavoro dal 1999 nel settore della formazione, selezione e sviluppo, esperienze di 5 anni in multinazionali e aziende italiane e come consulente in ambito di orientamento al lavoro e analisi fabbisogni formativi, docente presso Master per neolaureati.

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