Lavorare in gruppo Team di lavoro

ADV

Lavorare in gruppo: da cosa ci accorgiamo di essere un Team?

I 7 comportamenti che indicano che un Team di lavoro è efficace. 

Essendo specializzato in matematica, credevo che tutto fosse uguale alla somma delle sue parti, finché non ho cominciato a lavorare con le squadre. Poi, quando divenni allenatore, capii che il tutto non è mai la somma delle sue parti – è maggiore o minore, a seconda di come riescono a collaborare i suoi membri.

(Chuck Noll, ex allenatore dei Pittsburgh Steelers)

di Massimo Fancellu

Avere un Team di lavoro affiatato e motivato è un punto chiave per il successo di un’azienda.
Un concetto su cui puntano da tempo i Team leader più audaci e visionari che, prima degli altri, hanno intuito quanto saper collaborare assieme sia la marcia in più per lavorare con piacere ed essere diversi passi avanti sul mercato.

Un concetto di cui si sta appropriando anche la politica. Pochi giorni fa, ad esempio, il Presidente Conte ha portato tutti a cena fuori dopo il Consiglio dei Ministri  per ritrovare e rafforzare lo “spirito di squadra”.
Le cronache aggiungono, inoltre, che il teabuilding, il fare squadra sia il mantra che, ultimamente, il Premier va ripetendo proprio ai suoi ministri.

Ora, se da più parti, quindi, aumenta il bisogno di poter contare su collaboratori affidabili, intraprendenti e capaci di lavorare assieme in modo interdipendente, può essere utile chiarirsi riguardo a cosa significa essere gruppo. O meglio, da cosa ci accorgiamo di avere davanti un vero Team di lavoro.

ADV

PreventiviHR.it Il punto d'incontro tra chi Cerca / Offre servizi HR

 

7 comportamenti osservabili in un team di lavoro

Questi sono 7 indicatori che ci aiutano a riconoscere che, effettivamente, è un Team, ovvero un insieme di persone a somma maggiore (e migliore) rispetto a quella dei suoi singoli membri:

1 – Uso del “NOI”
Chi fa parte del gruppo, quando parla di ciò che viene fatto all’interno del gruppo
o che riguarda il gruppo, spontaneamente ne parla al plurale,
usando il pronome personale “noi” al posto di “io”. Per intenderci: “Abbiamo fatto”, “abbiamo deciso”, “abbiamo pensato” è più frequente di “io ho fatto, io ho deciso, io ho pensato”.

2 – Livello alto di interazione e confronto
Quanto spesso e in che modo le persone parlano fra loro quando c’è da fare qualcosa? Quanto si parlano,
si confrontano sulle loro difficoltà reciproche o, comunque, su temi attinenti il loro lavoro; oppure se, viceversa, si limitano a chiacchierare fra loro solo del più e del meno. Più il livello di confronto e interazione è alto, più è facile essere un Team performante, ad alte prestazioni.

3 – Cultura e Valori condivisi
Un elemento che accomuna è il linguaggio: ovvero,
quanto le persone si capiscono fra loro quando si parlano? Ed inoltre, quanto tutti danno importanza alle stesse cose (lavorativamente parlando)? Quanto condividono gli stessi valori? Quanto sentono proprie le stesse regole, quanto si ritrovano in cerimoniali, rituali collettivi in cui si sentono rappresentati?
Sono tutti aspetti che contribuiscono a
creare senso di appartenenza, a ragionare e comportarsi in modo univoco. Per non finire poi in situazioni al limite del paradossale come quelle in cui più di una volta mi sono imbattuto: i dipendenti di due enti o aziende, uniti ormai insieme da diversi anni,  che ancora continuano a sentirsi distanti fra loro, e a ragionare come se non facessero parte già da tempo dello stesso gruppo di lavoro.

4 – Sostegno reciproco
Quanto i membri del gruppo sono disponibili a collaborare assieme. Ad esempio, quando c’è un problema, che succede?
E’ un “problema tuo” o è un “problema nostro”? Gli altri colleghi si fanno carico di quel problema e si attivano per dare una mano per risolverlo perché, se pur indirettamente, si sentono parte in causa, si sentono coinvolti, oppure preferiscono, finché possono, scaricare le responsabilità totalmente sull’altro perché “non è una cosa che li riguarda”?
Il livello di disponibilità reciproca a collaborare è un elemento clou per creare
sinergia e fiducia in un Team.

5 – Integrazione e valorizzazione delle differenze
Le persone sono diverse fra loro. Tanto più sono diverse, tanto più esiste il rischio che queste differenze si trasformino in un problema nel gruppo. Naturalmente, questo accade se non sono sapute affrontare e gestire per trasformarle da problema in opportunità. Quindi diventa importante capire come il gruppo gestisce queste differenze: di carattere, di cultura, di approccio alle situazioni, di modo di pensare, di cui sono portatori le diverse persone presenti nel gruppo.
Queste differenze non vanno né nascoste né ignorate, facendo finta che non esistano. Piuttosto, devono essere riconosciute, integrate e
usate per migliorare prestazioni e risultati collettivi anziché farle diventare terreno di scontro. 

6 – Condivisione di successi e insuccessi
Come ci si comporta nel gruppo quando ci sono risultati importanti da celebrare? Si festeggia assieme, ci si congratula vicendevolmente perché si riconosce che è un risultato raggiunto grazie a tutto il gruppo? Oppure, preferisco tenere per me quel successo, mettermi in luce da solo, escludendo gli altri? E, viceversa, nel caso di sconfitte e fallimenti, quanto ciascuno tende a scaricarli su tutto il gruppo, fuggendo dalle sue responsabilità? Più le persone sono capaci di assumersi oneri e onori, sia le gratificazioni derivanti dai successi sia le amarezze degli insuccessi lavorativi, più dimostrano nei fatti di essere un Team in cui il valore della coesione e della corresponsabilità non sono parole vuote.

7 – Relazioni al di fuori del lavoro
Se le persone trovano modo di vedersi, di sentirsi, di frequentarsi anche in altre occasioni diverse da quelle di lavoro, è più probabile che questo accada perché dentro quel Team ci stanno bene, tanto che lascia addirittura loro la voglia di vedersi anche fuori. 
E questo è un altro indicatore che, effettivamente, in quel gruppo c’è affiatamento, piacere a stare insieme, piacere nel sentirsi e agire come Team. 


Ti lascio con una domanda: riguardando questi 7 elementi tipici di un Team, e pensando al gruppo di cui fai parte o che dirigi, ti sei fatto qualche idea in più su com’è e su che cosa, eventualmente, può migliorare?

Questo articolo è offerto da:

Massimo Fancellu
Team & Business Coach, Mentor Coach, Formatore.
Coach professionista con credenziali PCC (Professional Certified Coach ) riconosciute da ICF (International Coach Federation); iscritto nel Registro internazionale dei Mentor Coach ICF. Specialista in Teambuiliding & Team coaching per lo sviluppo del lavoro di gruppo (formazione avanzata sui Team d’eccellenza maturata con MensLab Coaching & Training, Future Coaching Academy) e in Outdoor Management Training e attività esperienziali coi Team aziendali (formazione presso lo IEN – Istituto Europeo Neurosistemico di Genova). Ideatore di TEAM IN 3 PASSI, il metodo che - per gradi e senza forzare - trasforma realmente le persone che lavorano assieme in un Team affiatato, motivato e produttivo. Fondatore e Amministratore di Agape Consulting Sas, società che dal 2002 offre servizi di coaching, formazione & comunicazione. Dal 1996 lavoro come formatore in materia di Sviluppo del potenziale umano e comportamenti organizzativi. In particolare, mi occupo di dinamiche di gruppo, sviluppo dei Team aziendali, leadership, comunicazione, creatività e innovazione. Oltre a una Laurea in Economia (Università di Bologna), circa una trentina i master, i corsi e i seminari a cui ho partecipato in più di 20 anni, ad iniziare dal percorso “Formazione Formatori” presso l’ISMO di Milano e il percorso di Coaching con SUN (Success Unlimited Network), la prestigiosa scuola di coaching presente da oltre 30 anni in 5 continenti. Diversi, inoltre, anche i master con trainer di livello internazionale (R.Bandler, R.Dilts, J. Grinder & C. Bostic St Clair, S. Gilligan, E. De Bono). Discipline in cui ho sviluppato più competenze: Team coaching & Teambuilding, PNL e comunicazione ipnotica, Supervisione (osservazione e feedback su comportamenti e processi) e Mentor coaching (il “coaching ai coach” per migliorare il loro modo di fare coaching).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *