Onboarding

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Il parcheggio e l’onboarding fallito!

di Danilo De Lumè

Mario era un giovane ingegnere, non alla prima esperienza, aveva ottenuto un nuovo impiego dopo tante ricerche e candidature. Il primo giorno di lavoro, arrivato presso la sede aziendale aveva parcheggiato nel posto riservato ad uno dei dirigenti storici dell’azienda. Nessuno gli aveva detto dove parcheggiare la sua auto, nacque cosi un piccolo diverbio con il dirigente! Mario chiese scusa e continuò il suo primo giorno di lavoro pensando che in un’azienda dove tutti definiscono le Persone come “Risorse” quello del parcheggio fosse stato solo un piccolo incidente di percorso.

La giornata di Mario continuò con le presentazioni ai colleghi, non ricevette i documenti relativi alla sua assunzione, le password e le credenziali di abilitazione ai vari software ma fu subito affiancato ad una dipendente che si occupava di data entry perché doveva imparare anche quell’attività aziendale. Il suo tutor aziendale era sempre preso da mille cose, riunioni, urgenze e anche nei giorni successivi Mario non ebbe una pianificazione della sua formazione on the job. Il tutto continuò così per un po’ di tempo.. mesi di feedback mancati, di formazione non garantita, di risposte non date da parte dei superiori di Mario.

Mario aveva imparato dove parcheggiare, come inserire i dati nel suo gestionale, ma aveva la sensazione di non essere inserito in una squadra, i colleghi erano gentili ma mancavano feedback, pianificazione e riscontri dai superiori. Dopo qualche settimana ricevette copia del suo contratto di assunzione con la firma dell’AD che sottolineava l’importo lordo contrattuale, il periodo di prova previsto ed altri obblighi di fedeltà.

Mario decise dopo poco di lasciare quell’azienda, era stata una esperienza priva di engagement sin dall’inizio, l’onboarding era stato dei peggiori e scelse di ricollocarsi in una piccola start-up. I valori che Mario ricercava in un nuovo impiego non erano legati solo alla RAL, Mario cercava una squadra, un team dove inserirsi, dare il proprio contributo, essere valutato per migliorarsi, formarsi per crescere professionalmente.

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Il primo giorno nella piccola start up Mario parcheggiò per strada (l’azienda non aveva un parcheggio aziendale) ma qualcosa di straordinario accadde quel primo giorno! Mario ricevette un kit, poche cose, un cappello ed una maglietta con il logo aziendale, una pen drive con le credenziali di accesso a tutti i portali. Il suo client Outlook era già impostato e la sua prima mail tra quelle in arrivo fu quella di benvenuto dell’amministratore. Il suo contratto ed i suoi documenti di assunzione erano sulla sua scrivania accompagnati dal regolamento aziendale e da una brochure che spiegava vision e mission aziendale. Era una piccola realtà dove non c’erano centinaia di colleghi ma Mario ebbe l’impressione che quella sarebbe diventata la sua seconda casa. Una fantastica Job Experience!

Non pensavo che alcuni miei colleghi HR sottovalutassero il processo di onboarding ma ho dovuto cambiare idea.

L’onboarding è una prima opportunità per i datori di lavoro di conquistare i cuori e le menti dei nuovi dipendenti. Ciò è particolarmente vero per i Millennials che sono alla continua ricerca di motivazione, di significato del lavoro e carichi di aspettative.

Alcune statistiche pubblicate da Linkedin hanno dimostrato che:

  • il 69% dei dipendenti che sperimentano un ottimo onboarding restano in azienda per almeno i successivi tre anni;
  • le organizzazioni con un processo di onboarding strutturato sperimentano una maggiore produttività dei nuovi assunti, più del 50% rispetto a chi non viene inserito in un processo di onboarding strutturato.

Anche l’azienda, l’HR Manager e l’ufficio risorse umane non hanno una seconda possibilità di fare una buona prima impressione, per questo motivo non si dovrebbe mai sottovalutare il processo di onboarding per non vanificare anche l’investimento fatto in recruiting, attrazione, selezione e formazione iniziale.

Creare un kit di benvenuto dal costo di qualche decina di euro è un segnale di forte impatto perchè non farlo?

Aziende come Facebook, Google, Amazon hanno il loro kit di benvenuto…

Ho creato una check list in excel sul processo di onboarding che segue il dipendente dal giorno prima dell’assunzione fino al terzo anno…. se vi va di riceverla per confrontarsi scrivetemi!

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Danilo De Lumè
HR lover
Mi chiamo Danilo De Lumè, mi definisco un HR lover avendo maturato circa 12 anni di esperienza in questo settore, ho potuto nel tempo affrontare professionalmente tutti i temi legati al mondo delle HR. Sono un consulente del lavoro e socio di AIDP Puglia, mi occupo di gestione e sviluppo del personale, performance, recruiting e selezione, HR Analytics, e relazioni sindacali. La mia missione è portare le pratiche di HRM anche alle piccole aziende e di diffondere la cultura della gestione strategica delle Risorse Umane!

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