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Corporate Welfare & Well-Being: leve strategiche della funzione HR per il cliente interno
A cura di Laura Perrone
Welfare & Well-Being: strumenti distinti, un obiettivo comune
Due elementi strettamente simili ed interconnessi, due facce della stessa medaglia, dal confine labile e sottile: il welfare e il well-being aziendale.
Benché siano entrambi l’espressione attraverso la quale il benessere dei dipendenti in azienda possa essere incrementato e tutelato, è opportuno definirne gli elementi caratterizzanti al fine di comprenderne il reale campo d’applicazione – subordinata quest’ultima all’azione del reparto HR.
Per questo, è utile chiarire cosa si intenda, nello specifico, per welfare e per well-being, prima di definire come questi concetti possano essere trasformati in strumenti concreti da parte dell’HR.
Welfare aziendale
È l’insieme di convenzioni di diversa natura (derivanti, chiaramente, dalla sottoscrizione di partnership commerciali), scontistiche, incentivi, fringe benefit, buoni pasto e acquisto, rimborsi per spese familiari, sanitarie et similia che si aggiungono alla retribuzione economica di base.
Well-Being aziendale
È un concetto di stampo maggiormente olistico, riferendosi esso al benessere dei dipendenti a 360 gradi, andando ben oltre alla mera remunerazione monetaria, in favore del rapporto sinergico esistente tra gli aspetti psico-fisici e socio-emotivi.
Come l’HR può tradurre welfare e well-being in iniziative concrete
Appurato ciò, la finalità del presente contributo redazionale riguarda il riflettere sulla delineazione di bullet point utili a comprendere in che modo si estrinsechi la strategicità del reparto Human Resources nell’implementazione del benessere aziendale:
- Salubrità del luogo di lavoro: essa va garantita riducendo al minimo i rischi gravanti sulla salute del lavoratore e non dando per scontata l’importanza di un ambiente curato con, ad esempio, mobilia confortevole;
- Survey, sondaggi, questionari ed interviste de visu: senza dubbio, si tratta di strumenti mediante i quali è possibile acquisire e valutare, in maniera diretta e misurabile, quella che andrebbe classificata come una vera e propria “customer experience” relativa, in questo caso, al grado di soddisfazione e alle esigenze del dipendente, definibile quale cliente interno;
- Promozione della cultura ed etica aziendale: è fondamentale rendere il dipendente conscio del suo apporto di valore all’interno dell’organizzazione, per farlo sentire parte attiva di un sistema che è tenuto in vita – anche e non solo – dalla sua produttività, a sua volta strettamente correlata allo stato di benessere psico-fisico di sè stesso;
- Azioni concrete e tangibili: operare nell’ottica di un clima lavorativo positivo e disteso che non sia solo un’esplicazione di un bullet point progettuale ma un risultato misurabile nel breve e tutelabile nel lungo periodo;
- Miglioramento della qualità di vita del dipendente: il riconoscimento di benefit di varia natura non solo conferisce un apporto positivo al potere d’acquisto e alla conciliazione vita-lavoro del lavoratore ma ne riduce senz’altro l’esposizione fiscale, le spese destinate al mantenimento della propria famiglia e il disequilibrio psico-fisico.
Pertanto, tirando le conclusioni, l’obiettivo verso cui la funzione HR potrebbe tendere, alla luce di quanto detto, consiste nel far maturare in capo ai dipendenti la consapevolezza del lavoro non come un inevitabile mezzo di sostentamento ma come uno dei driver che ne accrescono la felicità complessiva.
D’altronde, l’espressione proverbiale “Il lavoro nobilita l’uomo” – dai più attribuita a Charles Darwin – non sarà stata, ai suoi tempi, coniata a caso; tuttavia, nell’era della sostenibilità, del people, culture & change management, non è forse più adeguato ribaltare il suddetto concetto, evidenziando quanto sia l’uomo a nobilitare il lavoro?
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Risorse aggiuntive
Libri consigliati:
- Luca Furfaro, Valentina Marini e Filippo Poletti, Il lavoro da offrire. La proposta da accettare. Scelte consapevoli nell’era del welfare, Franco Angeli, 2025
- Biancamaria Cavallini, Ritorno al Benessere. Gestire lo stress e prevenire il burnout per organizzazioni sostenibili, Franco Angeli, 2024
- Well-Being. Una strategia di sostenibilità fra benessere personale e benessere aziendale, Egea, 2021
- Luca Pesenti, Il welfare in azienda. Imprese «smart» e benessere dei lavoratori, Vita e Pensiero, 2019
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FAQ
[clicca sulla domanda per visualizzare la risposta]
Qual è la differenza tra welfare aziendale e well-being aziendale?
Il welfare aziendale comprende benefici economici e servizi accessori forniti ai dipendenti, come buoni pasto, rimborsi e convenzioni. Il well-being aziendale, invece, ha un approccio più olistico e riguarda il benessere psicologico, fisico e sociale delle persone all’interno dell’organizzazione.
Perché il benessere dei dipendenti è una leva strategica per l’HR?
Perché influenza direttamente la motivazione, la produttività e la fidelizzazione del personale. Un dipendente che sta bene lavora meglio, si riconosce nei valori aziendali e contribuisce al successo dell’organizzazione.
Quali strumenti può utilizzare l’HR per misurare il benessere dei dipendenti?
L’HR può utilizzare survey interne, sondaggi anonimi, interviste e questionari. Questi strumenti permettono di rilevare in modo strutturato la soddisfazione e i bisogni del “cliente interno”, cioè il dipendente.
In che modo il design degli spazi influisce sul well-being aziendale?
Un ambiente di lavoro curato, salubre e dotato di mobilia ergonomica contribuisce al benessere fisico e mentale del lavoratore. È un investimento tangibile nella qualità della vita aziendale.
Quali azioni concrete può intraprendere l’HR per migliorare il clima aziendale?
Oltre ai benefit, l’HR può promuovere una cultura inclusiva, valorizzare il contributo individuale, attivare sportelli di ascolto e adottare politiche di work-life balance.
Perché è importante far percepire il lavoro come fonte di felicità e non solo di sostentamento?
Perché un’organizzazione che valorizza il benessere contribuisce alla realizzazione personale e professionale delle persone, rafforzando la retention e il senso di appartenenza.
Glossario
Termine | Definizione |
---|---|
Welfare aziendale | Insieme di benefit economici, agevolazioni e servizi che si affiancano alla retribuzione per migliorare la qualità della vita del dipendente. |
Well-being aziendale | Approccio globale al benessere della persona, che considera aspetti fisici, psicologici, relazionali e valoriali. |
Cliente interno | Espressione che indica il dipendente come destinatario dei servizi e delle politiche dell’azienda. |
Fringe benefit | Vantaggi accessori alla retribuzione, come buoni spesa, auto aziendale, assistenza sanitaria. |
Clima aziendale | Percezione condivisa delle condizioni lavorative e relazionali in un’organizzazione. |
Work-life balance | Equilibrio tra vita lavorativa e personale, essenziale per il benessere e la soddisfazione del lavoratore. |
Retention | Capacità di un’azienda di trattenere i propri talenti riducendo il turnover. |
Survey aziendale | Strumento strutturato per raccogliere opinioni, esigenze e feedback dei dipendenti. |
Corporate Welfare & Well-Being: leve strategiche della funzione HR per il cliente interno
Sintesi dell’articolo
L’articolo esplora la distinzione tra welfare aziendale e well-being aziendale, definendoli come concetti interconnessi ma con applicazioni diverse per migliorare il benessere dei dipendenti. Il welfare aziendale include benefici tangibili come sconti e rimborsi, mentre il well-being aziendale adotta un approccio olistico che considera gli aspetti psico-fisici ed emotivi. Viene sottolineato il ruolo strategico delle Risorse Umane (HR) nell’implementazione di queste iniziative, evidenziando l’importanza di un ambiente di lavoro salubre, l’uso di sondaggi per valutare la soddisfazione dei dipendenti e la promozione di una cultura aziendale etica. L’obiettivo finale delle HR è migliorare la qualità della vita dei dipendenti, facendoli percepire il lavoro come un fattore che contribuisce alla loro felicità generale.